La civiltà cretese o civiltà minoica
Gli studiosi hanno suddiviso il millennio di storia cretese in tre grandi fasi:
1. la prima fase (2300-1700 a.C.), detta palaziale, vede la costruzione dei primi palazzi nelle principali città dell’isola. Dato lo scarso pronunciamento militare di questi palazzi si ritiene che i conflitti fra le città fossero scarsi. Fu un periodo di fioritura dei commerci nel quale Creta consumò la sua ascesa a potenza commerciale. Poi improvvisamente, intorno al 1700, nel giro di pochi anni, la civiltà crollo e i palazzi furono abbandonati. Nessuno può dire con precisione la causa di un crollo tanto repentino; si è ipotizzato che un gravissimo terremoto abbia investito l’isola facendo crollare i palazzi e causando la morte di gran parte della popolazione.
2. la seconda fase (1700-1400), detta neopalaziale, inizia con la ricostruzione dei palazzi e la ripresa dei commerci. È l’epoca in cui la civiltà cretese raggiunge uno splendore tale da abbagliare anche quello della corte egizia e babilonese e in cui viene elaborato il sistema di scrittura noto come lineare A (sicuramente derivato dalla scrittura geroglifica egizia).
3. la terza fase (1400-1200), vede invece la fine della civiltà cretese: una fine quasi immediata, come se i re fossero stati sorpresi nel sonno dal crollo dei loro palazzi. L’isola venne quindi invasa dai micenei, una popolazione stanziata nel Peloponneso. Gli storici si sono molto interrogati sulle ragioni della decadenza di Creta; ancora una volta si è dovuto ipotizzare un maremoto per spiegare come una civiltà così evoluta possa essere decaduta tanto velocemente.
Dopo la conquista da parte dei micenei Creta entrò a far parte regno che essi avevano allestito nel Peloponneso e non risorse mai più ai fasti di un tempo. Per la popolazione contadina dell’isola si trattò però di un passaggio di poco conto: la rigida struttura sociale dell’isola (con i contadini che trattenevano solo il necessario alla loro sostentazione cedendo tutto il resto al palazzo) non mutò di una virgola. Dominatori stranieri si sostituirono ai dominatori nazionali. Paradossalmente la caduta della potenza marinara cretese produsse maggiori effetti fuori da Creta stessa: i fenici ne avrebbero infatti ereditato il ruolo, diventando i padroni indiscussi delle rotte commerciali mediterranee per i secoli successivi.
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