L’influenza cretese sulla Grecia (il mito del Minotauro)
Prima civiltà sorta su territorio europeo; civiltà antica anche in senso assoluto (nacque, si sviluppò e morì nel II millennio); civiltà originale rispetto a quelle mesopotamiche ed egizia; la civiltà cretese ha anche un altro merito: quello di aver iniziato il processo di civilizzazione del Peloponneso (dove probabilmente i cretesi avevano allestito scali commerciali). I micenei, un popolo del Peloponneso che avrà una parte importante nella storia greca (come vedremo nel prossimo capitolo), dovettero ai cretesi molte conoscenze civili, tecniche e culturali. Non è un caso che fino al 1952, quando l’archeologo inglese Michael Ventris decifrò la Lineare B rivelando l’errore, i micenei fossero stati considerati sono come una ramificazione secondaria della civiltà cretese.
Questo rapporto subalterno dei micenei rispetto ai cretesi (che introno al 1400 si sarebbe invertito con la conquista micenea dell’isola), è adombrato anche dalla nota leggenda del Minotauro. Minosse, re di Cnosso, forse la più importante città cretese (da qui deriva anche il nome minoica usato spesso per identificare la civiltà cretese), aveva avuto diverse mogli ma tutte partorivano serpenti, scorpioni e altri animali orribili; solo Pasife, alla fine, riuscì a dare alla luce figli normali, tra cui Fedra e Arianna. Purtroppo Minosse offese il dio Poseidone che si vendicò facendo innamorare Pasife di un toro. Da quel connubio nacque il Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro, che il Re fece rinchiudere in un labirinto che fu costruito per l’occasione da un ingegnere di nome Dedalo (che fu anch’egli imprigionato assieme a suo figlio Icaro). Come è noto Dedalo riuscì a fuggire dal labirinto con delle ali di cera, ma suo figlio dimentico del consiglio del padre di non avvicinarsi troppo al Sole volò sempre più in alto, finché le ali si sciolsero facendolo precipitare in terra. Il Minotauro invece rimase imprigionato nell’intricatissimo labirinto e Minosse lo nutriva ogni anno con sette ragazzi e sette ragazzi che si faceva consegnare dai popoli vassalli. Un anno accadde che Teseo, il figlio del Re di Atene (anch’egli tributario di Creta), chiedesse di far parte del drappello di giovani utilizzati come cena per il Minotauro. Il piano di Teseo era quello di entrare nel labirinto e uccidere il Minotauro. Fortunatamente Arianna si innamorò di lui e prima che fosse condotto nel labirinto gli consegnò un filo d’oro da srotolare per poterlo poi seguire a ritroso (altrimenti non sarebbe mai stato possibile ritrovare l’uscita). Teseo riuscì ad uccidere il Minotauro e ad uscire dal labirinto, quindi mantenne fede alla sua promessa: sposò Arianna e scappò con lei, ma giunto a Nasso l’abbandonò dormiente sulla spiaggia e continuò il viaggio solo con gli amici.
In conclusione la civiltà cretese rimane ancor oggi perlopiù sconosciuta. Con le rovine dei suoi palazzi ha lasciato in eredità ai secoli la testimonianza incontrovertibile dell’elevatissimo livello che riuscì a raggiungere, ma quanto alle cause che ne determinarono il crollo esse sono ancora un assoluto mistero. Pure il suo ruolo nella storia della Grecia antica è per la maggior parte ancora inesplicato. Senza dubbio esso fu grande: Creta era un faro di civiltà quando ancora il Peloponneso ed il resto della Grecia continentale erano ancora avvolte nella preistoria e vivevano in maniera primitiva. Creta commerciava con queste popolazioni e quasi certamente trasmesse loro molte delle sue conoscenza. Le leggende ed i miti (come quello di Minosse) ci suggeriscono che l’influenza cretese sulla Grecia fu intensa, ma quanto precisamente è ancora terreno esclusivo delle ipotesi.
Per certo sappiamo solo che i cretesi non erano greci (i greci, intesi come etnia e nazione, si formarono solo successivamente), tuttavia i cretesi ebbero una parte importantissima nella civilizzazione di quella che, alcuni secoli dopo, sarebbe diventata la Grecia Antica. Grande è perciò il debito dei greci e più in generale delle civiltà occidentale, verso i cretesi.
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