La Riforma: area della Chiesa Anglicana
Enrico VIII in un primo momento aveva condannato gli scritti di Lutero e questo gli aveva fruttato il titolo onorifico di difensore della fede attribuitogli dal papa. Il re aveva avuto 5 figli femmine da Caterina d’ Aragona; il desiderio di avere un erede maschio e la passione per una dama di corte, Anna Bolena, spinsero il re a chiedere l’annullamento del suo matrimonio. Le ragioni addotte dal sovrano erano che egli non avrebbe potuto sposare Caterina perché era stata sposata con suo fratello Arturo ma Caterina sosteneva che Arturo era morto a 14 anni e il matrimoni non era stato consumato. Al conseguente processo la regina si appellò al papa. Carlo V, nipote di Caterina prese le sue difese di fronte a papa Clemente VII. Condizionato dal gioco delle pressioni, Clemente non si decideva ad emetter la sentenza. Si preparava lo scisma. Le ragioni risalivano alla seconda metà del 400 in quanto il sovrano inglese era considerato l’unica fonte di diritto sia nella sfera temporale che spirituale. Enrico VIII codificò solo questa tendenza. L’arcivescovo di Canterbury dichiarò nullo il matrimonio di Enrico VIII (gia segretamente sposato con Anna Bolena) e la scomunica di Clemente VII non servì a niente.
1534: l’atto di supremazia conferì a Enrico VIII il titolo di unico e supremo capo della chiesa anglicana: cadeva la distinzione tra sovranità temporale e spirituale; era abolita la giurisdizione papale in quanto il re era la fonte sia della giurisdizione temporale che di quella spirituale. Grazie al primo ministro Thomas Cromwell furono promosse riforme economiche, conseguenza dell’atto: confisca dei beni di conventi e istituzioni religiose; l’incameramento tra i ben dei re di tutte le decime pontificie. La politica economica trova il consenso di ceti sociali diversi. Enrico VIII aveva promosso più che una riforma religiosa una riforma politico-costituzionale. La dottrina cattolica aveva intaccato solo il primato pontificio, il che non era poco ma non era comunque l’adesione al luteranesimo.
La vera riforma in materia teologica fu opera di Edoardo VI (1547-53). Il “libro della preghiera comune” riconosceva due soli sacramenti, battesimo e eucarestia, sopprimeva il carattere sacrificale della messa e aboliva il celibato ecclesiastico. Inoltre incamerò i beni dei vescovi. Il protestantesimo si avviava ad adottare il modello calvinista in materia teologica e attraverso la professione di fede ufficiale diventava religione di stato. Anche la Scozia aderì al calvinismo mentre l’Irlanda rimase cattolica.
Continua a leggere:
- Successivo: Controriforma e riforma cattolica
- Precedente: La Riforma: area luterana
Dettagli appunto:
-
Autore:
Filippo Amelotti
[Visita la sua tesi: "Il Canada e la politica internazionale di peacekeeping"]
[Visita la sua tesi: "I cartoni animati satirici: il caso South Park"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia moderna
- Docente: M. Bottaro Palumpo e R. Repetti
- Titolo del libro: Le vie della modernità
- Autore del libro: A. Musi
- Editore: Sansoni
- Anno pubblicazione: 2004
Altri appunti correlati:
- Storia dell'arte contemporanea
- La Chiesa medievale
- Storia Moderna - 1492-1948
- Civiltà francese
- Storia della tecnologia
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Per una storia della Riforma nel Tirolo: il programma politico-religioso di Michael Gaismayr (1526)
- Storia di due spade: Stato e Chiesa nei secoli
- Guglielmo Ferrero e la crisi dell'ordine politico europeo
- Tra storia, cinema e letteratura: la rivoluzione napoletana del 1799
- Il ruolo delle multinazionali nelle relazioni internazionali
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.