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Martin Lutero: Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca

Martin Lutero: Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca


(1520)
Partendo dal principio del sacerdotio universale secondo il quale ciascun cristiano è sacerdote poiché la volontà divina assegna ruoli e funzioni diverse, giunge a sostenere la preminenza dell’autorità secolare su quella ecclesiastica in quanto il potere temporale ha per funzione il diritto di preminenza
Poiché le autorità terrene sono battezzate come noi e hanno la stessa fede e vangelo, dobbiamo accettare che siano vescovi e sacerdoti a stimare il loro ufficio, un uffico appartenente e utile alla comunità cristiana. Ciò che si riceve dal battesimo ben si può vantare che valga come essere consacrati sacerdoti, vescovi o papi sebbene non a tutti si addica esercitare tali uffici. Essendo tutti ugualmente sacerdoti nessuno deve elevarsi da sé e ardire di compiere senza nostra elezione e approvazione ciò su cui noi tutti abbiamo il medesimo potere perché ciò che è comune nessuno può prenderlo per sé senza il volere della comunità. Se uno prescelto viene poi deposto per malo uso esso ritorna ad essere quello di prima. Si che adempie ai suoi doveri è in posizione eminente ma deposto, altra cosa non è che contadino o cittadino come gli altri. Un sacerdote in realtà non è più sacerdote una volta deposto. Ma ecco che essi vengono favoleggiando di caracteres indelebiles e cianciano che un prete deposto è pur sempre qualcosa di diverso che un laico e un prete non possa più essere nient’altro che prete.  Le cristiane autorità terrene devono esercitare indisturbate il loro ufficio senza guardare in faccia colui contro il quale agiscono, sia esso papa, vescovo o prete. Chi è colpevole paghi.

Tratto da LA NUOVA SPIRITUALITÀ DELL'ETÀ MODERNA di Filippo Amelotti
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