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La rivoluzione in marcia: il 1789


Il grande effetto della mobilitazione psicologica che ebbe questa capillare consultazione popolare fu rilevante in tutta la nazione francese;in questo clima di agitazione e di attesa di cambiamenti epocali si riunirono a Versailles gli Stati Generali,il 5 maggio 1789.
I deputati (in tutto 1165),erano divisi per metà in Terzo Stato e gli altri due ordini sommati insieme;tra il clero c'erano molti parroci solidali con le richieste del Terzo Stato e anche nel secondo ordine vi era un gruppo numeroso di nobili pronti a schierarsi con il Terzo Stato(tra i quali il marchese di La Fayette,reduce dalla partecipazione alla guerra d'indipendenza americana).
I deputati del Terzo Stato proposero agli altri 2 ordini di riunirsi in un'unica assemblea,ma entrambi rifiutarono in un primo momento,poi alcune fazioni del clero cedettero di fronte alla fermezza del Terzo Stato.
Luigi XVI solidale con il ceto nobiliare,chiuse la sala delle adunanze,ma i deputati del Terzo Stato si riunirono nella cosiddetta "sala della pallacorda" giurando il 20 giugno di non separarsi più e riunirsi dovunque le circostanze lo richiedessero. Alla fine del mese(giugno) il clero e la fazione più illuminata della nobiltà si erano unite al Terzo Stato e il 9 luglio l'Assemblea Nazionale s'intitolò "Costituente":di fronte a ciò la restante fazione che si opponeva alla costituente formò una milizia borghese,contrastata da alcune sommosse organizzate dal popolo minuto.
Queste azioni sfociarono nell'episodio più importante della rivoluzione francese:il 14 luglio una folla composta in gran parte da artigiani e bottegai si presentò davanti alla fortezza della Bastiglia;il governatore di essa ordinò di fare fuoco sulla fola che però caricò i soldati di guardia massacrandoli.
Luigi XVI ordinò la ritirata dei reggimenti stranieri (che aveva chiamato per reprimere le rivolte popolari)e richiamò come ministro Necker.
Nel paese presero forma una serie di milizie volontarie che presero il nome di "Guardia Nazionale";a ciò s'aggiunse una serie di disordini nelle campagne (periodo detto Grande Paura).
Questi episodi si risolsero il 4 agosto con l'abolizione del regime e delle strutture feudali e il riscatto dei diritti reali,cioè aboliti solo dietro un pagamento di un rimborso ai titolari.Sull'onda dell'entusiasmo l'Assemblea Nazionale passò ad elaborare una "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino" in 17 articolo,che fu approvata il 26 agosto 1789,rimasta nel tempo come la più solenne e completa affermazione delle libertà fondamentali,dell'eguaglianza dei cittadini. L'atteggiamento evasivo del re finirono col convincere i patrioti che un'altra prova di forza era inevitabile e che era necessario costringere la corte a trasferirsi a Parigi.
Il fermento crebbe di più quando si seppe che il 1°ottobre in occasione di un banchetto tenuto nella reggia di Versailles,alcuni ufficiali avevano calpestato la coccarda tricolore,simbolo della rivoluzione;per evitare contrasti col popolo acconsentì a trasferirsi con la corte insieme anche all'Assemblea Nazionale.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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