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Lo sviluppo degli Stati Uniti tra Sette e Ottocento


Superata la crisi,la neonata nazione americana riprese con grande impeto la via dello sviluppo demografico ed economico.
Il primo stato a unirsi ai 13 già coesi fu il Vermont(1791) seguito dal Kentucky(1792),Tennessee (1796) e Ohio(1802);per quanto il governo si sforzasse di regolare l'assegnazione delle terre,fu impossibile evitare scontri e tensioni fra Stati;naturalmente di fronte all'inarrestabile espansione degli Stati Uniti d'America verso ovest,furono gli indiani a pagarne le conseguenze,espulsi dal loro territorio d'origine e uccisi a migliaia.
Il primo presidente degli Stati Uniti fu George Washington eletto nel 1789 e rieletto anche il quadriennio successivo;la fama di generale vittorioso e la semplicità dei suoi modi assicurarono al governo federale l'autorità necessaria per l'adozione di misure spesso impopolari.
Per fronteggiare i debiti di guerra,furono fatti pagare gli interessi ai speculatori che avevano incetta dei relativi titoli,s'istituirono dazi e imposte gravanti sulla popolazione e infine si creò una Banca degli Stati Uniti nel 1791.
A partire dal 1791 stesso cominciò politicamente a delinearsi una lotta al potere di nuovi partiti nascenti,come quello repubblicano(che ebbe il suo esponente più noto in Thomas Jefferson) contrapposto a quello federalista.
Le elezioni presidenziali del 1796 furono vinte da un altro federalista(J.Adams) ma quattro anni dopo riuscirono a spuntarla i repubblicani guidati prima dallo stesso Jefferson e poi da J.Madison.
Con il governo repubblicano,si ridussero lo spese per la burocrazia,la diplomazia e l'esericito rilanciando l'economia americana che all'inizio del diciannovesimo secolo era pronta ad affacciarsi sullo scenario europeo sempre in fermento.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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