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La monarchia austriaca sotto Maria Teresa e Giuseppe II


Le guerre di successione polacca e austriaca avevano segnato una grave crisi x la famiglia Asburgo,costretta a perdere territori in Italia e la Slesia.
Maria Teresa non era certo una sovrana "illuminata" come il sovrano prussiano Federico II,ma nel 1748 la regina austriaca costrinse i "ceti" di ciascun "Land"(territorio),cioè i rappresentanti di alta e bassa nobiltà,clero e città a votare le imposte non più ogni anno,ma per un intero decennio,lasciando a organi regi di nuova istituzione il compito di riscossione dei tributi.
Le due cancellerie boeme e austriache vennero sostituite nel 1749 da un unico Direttorio;la nobiltà fu costretta a pagare l'imposta fondiaria di cui prima era esente ma fu tuttavia compensata con la preferenza accordatale nel conferimento delle cariche civili e militari. In pochi anni il gettito delle imposte dirette aumentò del 60% e cominciò a delinearsi una nuova concezione unitaria dello Stato,spinta anche da un accentramento amministrativo-finanziario(nella prima parte del regno di Teresa)e un interesse verso il benessere dei sudditi(nella seconda parte).
Kaunitz,il cancelliere di corte,ne approfittò per imporre l'istituzione di un Consiglio Statale per influenzare le scelte regie nelle questioni di politica interna.
Alla morte improvvisa di Francesco Stefano gli succedette Giuseppe II,nominato dalla madre "coreggente" degli stati ereditari asburgici;vi fu un trio politico alla guida della monarchia:Maria Teresa,Kaunitz e Giuseppe II.
Quest ultimo,quando si ritrovò solo a reggere il regno austriaco e possedimenti limitrofi,si distinse per lo stile di governo;da esso prese il nome la politica religiosa nota come "Giuseppinismo":in esso confluivano istanze di riforma interne della Chiesa cattolica e la volontà di affermare la volontà statale sul clero nazionale.
Nel 1781 fu egli emanò la "patente di tolleranza" che rendeva legittimo il culto per le confessioni protestanti e ortodosse;vennero soppressi conventi e monasteri con il progetto di irrigidire le condizioni per i voti monastici(ideale giuseppino del "buon parroco",guida civile e religiosa della comunità),vennero finanziate scuole e attività assistenziali.
Si presero provvedimenti riguardanti l'istruzione e la giustizia;fu abolita la servitù personale e si fece ricorso ad un nuovo catasto dei beni fondiari esteso anche in territori ungheresi.
Molte di queste riforme però suscitarono malcontento e resistenze,soprattutto in quei territori come il Belgio e l'Ungheria,meno toccati dalle iniziative. A ciò si aggiunse l'enorme costo finanziario della guerra che Giuseppe II volle intraprendere nel 1787 a fianco dei russi contro il nemico turco.
Paesi Bassi e Belgio approfittarono di questo momento di distrazione per insorgere e proclamarsi indipendenti nel 1787 e 1789;perfino l'Ungheria era sull'orlo di una rivolta quando morì Giuseppe II nel 1790.
Gli succedette Pietro Leopoldo,granduca di Toscana,che fu costretto a elargere concezioni e privilegi ai nobili per salvare la situazione,e dopo la sua scomparsa prematura toccò a Francesco II che col suo operato chiuderà per sempre con il periodo di riforme in Austria inaugurato da Maria Teresa.
Non si può però non citare Vienna,divenuta grande capitale,sede di una raffinata civiltà:intellettuale,musicale,artistica e crogiolo di diverse nazionalità.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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