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I ruoli del gruppo


Il ruolo riguarda i comportamenti esibiti ed attesi dai vari componenti; viene definito come un insieme di aspettative condivise circa il modo in cui uno che occupa una certa posizione deve comportarsi (es. sappiamo ciò che deve fare un docente, deve insegnare, valutare, etc).
Come fa notare Bronfenbrenner il concetto di ruolo è legato anche alle aspettative relative a come gli altri devono agire nei confronti di quella persona. Gli allievi, che sono i partner di ruolo (ruolo complementare) dei docenti, devono essere attenti e seguire le lezioni.
Il ruolo quindi deve essere definito come "l’insieme di attività e relazioni che ci si aspetta da parte di una persona che occupa una particolare posizione all'interno della società, e da parte di altri nei confronti della persona in questione".
In questo modo la vita di un gruppo presenta ordine e prevedibilità assegnando a ognuno compiti specifici e dividendo il lavoro in maniera funzionale al raggiungimento degli obiettivi. Sappiamo in cosa consiste il ruolo di un insegnante, ma non possiamo prevedere come ciascuno di essi eserciterà il suo ruolo. Vi sono vari stili di ruolo, il sostituto parentale, il tiranno, il facile bersaglio, l'interpretazione di ognuno di questi è legato alle caratteristiche personali, i valori, i modelli di colui che lo svolge (esperimento prigione guardie-carcerati).
Anche nei gruppi informali vi sono i ruoli, definiti in questo caso " informali", che non sono soggetti a copione stabilito istituzionalmente, come nel caso dei ruoli formali.
Secondo Moreland&Levine in quasi tutti i gruppi possono essere individuati dei ruoli, i più comuni sono il leader, il nuovo arrivato e il capro espiatorio. Quest'ultimo ha una funzione protettiva per il gruppo perché permette agli altri membri di risolvere i propri conflitti proiettandoli su di lui.
È probabile che i membri di un gruppo che perdura nel tempo prendano a trovarsi un ruolo che si stabilita anche per il consenso degli altri; ciò non significa che le persone ricoprano nei gruppi dei ruoli cui sono chiamati per caratteristiche naturali, succede infatti che certi ricoprano un determinato ruolo in un gruppo e in un altro uno completamente diverso.
A volte si trovano partecipanti che non sono centrati ne sul compito ne sulle relazioni, sono persone che tendono a passare inosservate nella vita quotidiana del gruppo. A volte questi sotto la spinta di eventi possono mettere in atto comportamenti che li valorizzano o li devalorizzano agli occhi degli altri, assegnando loro un nuovo ruolo all’interno del proprio gruppo.
A volte esiste un ruolo che può essere definito “leader d'opposizione” (bastian contrario…!) cioè qualcuno che nelle interazioni presenta spesso un punto di vista divergente, procura disfunzioni e attriti. Non sono leader, ma probabilmente aspirerebbero ad esserlo pur senza possederne le capacità richieste in quella situazione, ma non sono sprovvisti di potere di gruppo, perché prendono spesso la parola, e si oppongono stabilmente. Spesso ottengono l’ascolto del gruppo in virtù dei meriti conquistati all’esterno (laurea, status elevato, esperienza). Questi può fungere da testa d’ariete per sfasciare la maggioranza, ma non è detto che poi conservino il ruolo di leader nella nuova configurazione.
I ruoli suscitano anche conflitti nei gruppi e nei loro membri. Come affermano Moreland  e Levine, i conflitti possono nascere nella fase di assegnazione dei ruoli o può esservi disaccordo a proposito della modalità con cui dovrebbe essere svolto un ruolo. Il ruolo e i conflitti di ruolo, sono studiati prevalentemente nell'ambito lavorativo e quindi a proposito di ruoli formali. 

I ruoli nel gruppo hanno almeno tre funzioni:
1. Facilitare il raggiungimento degli scopi del gruppo dividendo la mole di lavoro tra i vari membri (squadre sportive);
2. Portare ordine e prevedibilità nel gruppo perché i ruoli si basano su aspettative condivise e in questo modo tutti sanno cosa aspettarsi e da chi; ad es, in un momento di conflitto ci si rivolge a chi nel gruppo ricopre il ruolo di mediatore;
3. Definire chi sia ciascuno all’interno del gruppo, in quanto i ruoli contribuiscono alla nostra autodefinizione, alla consapevolezza di ciò che siamo.

Tratto da PSICOLOGIA SOCIALE di Manuela Floris
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