Le norme di gruppo
In ogni tipo di gruppo esistono comportamenti consentiti e non consentiti. Come afferma Sherif, una norma definisce la gamma delle differenze individuali che i membri del gruppo ritengono accettabile, dunque il limite al di là del quale un certo comportamento può essere disapprovato, attraverso la disapprovazione o altre sanzioni a seconda della gravità della violazione.
Le norme sono delle scale di valori, che definiscono ciò che accettabile e non accettabile per i membri di un gruppo o di una comunità o di una società. Possono anche essere definite, come fanno Moreland&Levine, delle aspettative condivise circa il modo in cui dovrebbero comportarsi i membri di un gruppo.
Le norme sono un prodotto collettivo e non includono solo regole di comportamento, possono riguardare anche modalità espressive come il gergo linguistico, l’abbigliamento, il culto di un certo tipo di musica, come si osserva in alcuni gruppi giovanili.
Secondo Sherif, l'esistenza di un gruppo è data da due elementi centrali: della struttura e delle norme e valori; le situazioni sociali che mancano di queste proprietà non sono definibili come gruppi ma come aggregati. Questo processo normativo è un elemento che caratterizza tutti i gruppi, da quelli informali e spontanei a quelli formali ed istituzionali: nei gruppi informali le norme hanno un carattere motivazionale ed emotivo, perché questi gruppi nascono dall'interazione di individui che hanno motivazioni simili (frustrazioni e sentimenti di deprivazione oppure bisogno di distinzione sociale); nei gruppi informali le norme possono seguire un percorso formativo molto lungo, come nel caso delle organizzazioni sindacali.
Le norme possono essere esplicite, come accade nelle organizzazioni e in molti gruppi formali, in cui vi può essere un regolamento scritto, una deontologia di riferimento, o implicite, non sono né scritte ne espresse direttamente ma hanno influenza sufficiente per stabilire l’esclusione di uno che le violi.
Per ogni gruppo vi sono inoltre delle norme centrali e periferiche: centrali quelle che si riferiscono a questioni che comportano conseguenze per il gruppo dal pdv della sua esistenza del suo funzionamento e che pongono il problema della conformità e della devianza.
Sherif -> più un gruppo è coeso più i membri reagiscono unitariamente quando uno devia una norma centrale. Tutti sono vincolati al rispetto di queste norme centrali e il leader ancora di più.
Le norme periferiche riguardano questioni considerate come marginali allo schema di comportamento, es gli hobby coltivati privatamente dai membri, cioè aree di comportamento per le quali non c’è né accettazione né rifiuto. Il leader è più libero di non conformarsi e addirittura di cambiarle, cosa non concessa ai membri di status inferiore.
Alcune prospettive hanno descritto come le norme si producono nei gruppi:
OPP parla di 3 tipi di norme che hanno origine da processi diversi:
1. istituzionali: sono imposte dal leader o autorità esterne;
2. volontarie: nascono dalle negoziazioni tra i membri spesso per ridurre e risolvere conflitti;
3. evolutive: si producono quando i comportamenti in grado di soddisfare un membro vengono appresi anche dagli altri, che li diffondono in tutto il gruppo. Ciò genera delle attese che in un primo momento servono a rendere più prevedibili i comportamenti dei membri e che poi diventano prescrittivi su come essi si dovrebbero comportare.
FELDMAN: secondo lui succede spesso che i primi modelli di comportamento si stabilizzino in norme, es: in un gruppo di maschi preadolescenti, iniziale preclusione alle ragazze, che diventa una regola.
BETTENHAUSEN&MURNIGHAN sottolineano la matrice cognitiva delle norme. I membri portano in un gruppo degli script che precisano i comportamenti adatti alle varie situazioni, questi sono attivati ogni qualvolta qualcuno del gruppo categorizzi le situazioni nuove come simili ad altre già incontrate. Le norme sono il risultato di negoziazioni fra i membri, perché non è detto che tutti componenti condividono gli stessi script: la rapidità di sviluppo delle norme e la quantità delle negoziazioni dipendono da quanto i membri condividono gli stessi script e dall'omogeneità nel categorizzare le varie situazioni.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Manuela Floris
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- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Titolo del libro: Psicologia sociale
- Autore del libro: Palmonari, Cavazza, Rubini
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 2002
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