Il conduttore del colloquio
"E' professionista in grado di condurre una conversazione e creare un ambiente tale da consentire lo svilupparsi di una situazione dinamica che favorisca il processo di conoscenza.”
Compiti del conduttore: CREARE UNO SPAZIO RELAZIONALE IN CUI:
1. facilitare la comunicazione
2. facilitare la relazione
3. facilitare la conoscenza
Tali compiti si basano sul fatto che: NOI SIAMO ANCHE DENTRO AD UN RUOLO
1. sulla formazione teorica (quadro teorico di riferimento) che orienta la conduzione del colloquio
2. cultura generale o accademica
3. caratteristiche di personalità
4. abilità acquisite mediante training.
Le competenze del conduttore sono COMUNICATIVE
1. abilità nell’invio/ decodifica/ ricezione di segnali comunicativi verbali e non verbali. Tale capacità è influenzata dal momento in cui si svolge il colloquio che sia un particolare momento della nostra vita in cui siamo contenti/preoccupati, che sia un particolare momento della giornata in cui siamo stanchi o annoiati fa lo stesso. Bisogna limitare questi effetti per esempio prendendosi del tempo per se tra un colloquio e un altro in cui o si prepara il colloquio che verrà, o si ripassa cosa è stato detto antecedentemente o ci si riposa per migliorare le capacità di attenzione e partecipazione quindi di ascolto attivo ed empatia. Se siamo distratti infatti o stanchi non invieremo o riceveremo adeguatamente i segnali.
2. avere un modo adeguato di esprimersi affinché i due linguaggi verbale non verbale siano congrui, integrati e coerenti. Conoscere il proprio corpo e le proprie movenze al fine di controllarle. Auto monitoraggio attraverso le registrazione audio e video dei colloquio ove fosse possibile, aggiornamento e formazione continua, training specifiche, simulate. Conoscere le regole base della prossemica come toccarsi i capelli = imbarazzo oppure braccia conserte = chiusura. La comunicazione non verbale è quindi fondamentale ma non è tutto.
3. abilità individuali legate al controtransfert: controllare le nostre emozioni, essere consapevoli che stiamo restituendo all’altro dei feedback. E’ opportuno quindi sapere cosa l’altro oggettivamente porta nella relazione ma anche i meccanismi di controtransfert per cui l’altro non solo ci suscita delle emozioni che siano fantasie o pregiudizi ma soprattutto richiama, EVOCA in noi un ricordo passato, un evento vissuto. Bisogna AVERE UN OCCHIO E ORECCHIO INTERNO per ascoltare cosa l’altro suscita in noi e le nostre emozioni di fronte a lui.
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Dettagli appunto:
- Autore: Barbara Reanda
- Università: Università degli Studi di Perugia
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Teorie e Tecniche del colloquio
- Docente: Prof. Mazzeschi
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