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La costruzione dell’oggetto - Piaget


Utilizza come criterio la ricerca attiva degli oggetti scomparsi (reazione del bambino se gli si sottrae un oggetto), i primi 9 mesi caratterizzati dall’assenza di qualsiasi condotta speciale in rapporto alla scomparsa degli oggetti:
1.    le cose esistono solo a intermittenza e non sono concepite nella loro collocazione spaziale; gli oggetti esistono solo nella misura in cui l’azione del soggetto si esercita su di loro; l’universo del lattante è mobile e caotico, necessità che gli oggetti si distacchino dall’azione e si collochino in un contesto di relazioni spaziali e causali indipendenti dall’azione immediata (l’io deve scoprirsi e situarsi come cosa, uscire dall’egocentrismo)
2.    evoluzione che dimostra che il bambino inizia ad attribuire agli oggetti un inizio di permanenza, grazie alla maturazione nervosa e muscolare si organizzano gli schemi di comportamento  (per esempio coordinazione udito-vista, se si agita un sonaglio, il bimbo cerca la fonte del rumore)
3.    il bambino inizia a portare davanti ai suoi occhi ciò che afferra (coordinazione vista-prensione) più segue gli oggetti nella loro caduta, è capace di prevedere la nuova posizione dell’oggetto (capacità di attribuire permanenza a di un oggetto) più reazioni circolari differite: se si distoglie l’attenzione del bimbo occupato in un’azione, riprende poi l’attività interrotta più è capace di allontanare gli ostacoli che intralciano la sua percezione (per es. lenzuolo sugli occhi)
4.    caratterizzato dalla ricerca degli oggetti scomparsi (se nascosti dal suo campo percettivo sono immediatamente ritrovati intorno ai 9-10 mesi), però non tiene conto degli spostamenti successivi anche se visibili: ricerca l’oggetto sempre dove lo ha ritrovatola 1° volta come se gli attribuisse una posizione immutabile
5.    il bambino tiene conto degli spostamenti successivi (1anno), l’oggetto è costituito, anche se non è capace di dedurre gli spostamenti senza vederli
6.    18-20 mesi, capacità di rappresentazione, cioè l’affermarsi del pensiero, l’oggetto si stacca del tutto dall’io per divenire sostanza autonoma e dotata di permanenza, il proprio corpo è percepito come un oggetto e il bambino lo rappresenta per analogia con quello degli altri

Stretta interazione tra costituzione oggetto/presa di coscienza di sé: all’inizio il bimbo è incapace di distinguere gli oggetti, poi inizia a percepire il mondo esterno in rapporto alla propria attività, poi acquisisce una conoscenza delle cose sempre più estesa (differenzia gli oggetti dalla sua persona e giunge a comprendere che esistono anche quando non li vede/usa), dal riconoscimento della loro autonomia, riconosce anche la propria.

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