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Impresa e democrazia. Politico come prodotto



Una delle questioni più spinose della democrazia moderna riguarda il modo di colmare il vuoto tra una elezione e l’altra, di interrompere il silenzio dei cittadini; e l’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione elettronica sembra dare ai cittadini la possibilità di intervenire in qualsiasi momento nel processo politico.
Da anni viviamo un processo di trasformazione profonda dei nostri sistemi; la novità oggi sta nella percezione collettiva di questo processo, nella sua ampiezza, nella molteplicità degli strumenti tecnici adoperati e nella loro progressiva integrazione; si crea un universo sempre più dominato dalla logica digitale, nella quale si assiste ad un uso congiunto dei diversi nuovi mezzi a disposizione.
Nella sua storia, la democrazia non ha mai avuto un modello immutabile, ma anzi è soggetta al cambiamento; si è passati così dalla democrazia delle élites a quella dei partiti di massa, poi a quella del pubblico o dell’opinione. Questo processo può essere analizzato come una inclusione progressiva di un numero crescente di cittadini, e una ridefinizione del loro stesso ruolo.
Cambiano i luoghi della politica tradizionale, si passa dalla rappresentanza all’autorappresentazione, con il popolo chiamato ad esprimersi tramite referendum elettronico, scavalcando il ruolo del Parlamento.
La tecnopolitica attinge i suoi modelli dal mondo della produzione e del consumo, e l’offerta politica è assimilata a quella dei prodotti e dei servizi. L’evoluzione dei mezzi di comunicazione (in particolare del sistema televisivo) ha determinato una sorta di unificazione delle diverse sfere della cultura, dello spettacolo, della politica e del commercio. Gli uomini politici preferiscono comparire nei programmi più popolari, dove la politica si mescola con altri generi; l’informazione politica è sempre più intrattenimento. L’uomo politico appare come un prodotto tra gli altri, giudicato con criteri del mondo dei consumi; la sfera pubblica perde la sua separatezza e autonomia, e la politica è sempre più presentata come una delle tante merci.
Si pone una nuova questione, sulla possibilità di coesistenza fra logica imprenditoriale e democrazia; la prima tende ad impadronirsi anche di strumenti che, come internet, sono nati all’insegna della logica opposta, quella di libertà.

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