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Diritto di proprietà sulle informazioni personali del privato in rete



Si possono considerare tre questioni significative: l’anonimato sulle reti, lo spazio proprio della logica di mercato, il ruolo e i limiti della legge. L’esigenza di rimanere sconosciuti, o di assumere molteplici identità, può ingenerare conflitti, la cui soluzione può essere affidata a norme giuridiche e codici di comportamento. E’ possibile però farle rispettare?
Per le norme giuridiche, il problema è che le reti si pongono oltre i confini nazionali; diventano allora necessarie convenzioni internazionali. La regolamentazione potrebbe essere affidata ad una logica di mercato, con il pagamento di una somma per il risarcimento da parte del gestore; ma in questo modo si incentiverebbe la tendenza a escludere tutte le forme di comunicazione che possono creare una minaccia.
Si è proposto anche di attribuire un compenso in denaro per l’uso dei dati da parte di soggetti che ne traggono vantaggio economico, dando vita a un nuovo diritto di proprietà sulle informazioni personali, divenute merce di grande valore nell’era del direct marketing. Ma questa proposta incontra limiti oggettivi, poiché i costi di transazione sarebbero troppo elevati, e si innescherebbe in mercato secondario in cui le informazioni circolano senza il consenso dell’interessato.

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