Le origini della scienza politica come disciplina
La scienza politica è lo studio ovvero la ricerca sui diversi aspetti della realtà politica con il fine di spiegarla il più compiutamente possibile adottando la metodologia delle scienze politiche.
Simbolicamente la sua nascita è posta nel 1896 con la pubblicazione degli Elementi di scienza politica di Gaetano Mosca, ma in Italia il suo sviluppo è franato dal nascere di alcune correnti idealiste e dal formalismo giuridico. Tutto viene ripreso nei primi anni 50 durante i quali emerge una definizione della scienza politica come conoscenza empirica della politica, aiutata dal chiarimento di criteri di fondo e dallo sviluppo di importanti strumenti d’analisi, e vengono dichiarati i suoi obiettivi, cioè produrre una conoscenza utile per l’uomo politico.
Tuttavia questa rinascita è prontamente ostacolata dalla cultura filosofica predominante di allora che era anti-empirica, e dalle varie concezioni della realtà e della storia che relegavano la politica all’ultimo posto. In aggiunta trovava una forte resistenza accademica, da parte delle altre discipline.
Solo nei primi anno 60 si assiste ad una vera e propria svolta, grazie al ruolo svolto da Norberto Bobbio, che riconosce e rafforza la scienza politica. Lo studioso definisce la scienza politica come la ricerca del miglior governo; la ricerca del fondamento dello stato; la ricerca della natura della politica; l’analisi del linguaggio politico. Si pone quindi molta attenzione al linguaggio, sviluppo dei concetti empirici, e rapporto tra teoria e pratica: la scienza politica deve essere un sapere pratico.
I principali temi trattati dalla scienza politica sono la cultura politica, analisi elettorali, partiti e gruppi di pressione, movimenti ed elites politiche, istituzioni politiche interne ed internazionali.
Nel corso degli anni si sono susseguiti diversi approcci, dall’approccio sistemico, per il quale il sistema politico è l’unità centrale di analisi, caratterizzato da un insieme di iterazioni, ovvero il modo in cui vengono prese le decisioni politiche, al sistema politico giungono in entrata domande e sostegno da parte della società alle quali risponde con degli output in forma di decisioni da applicare che causano delle reazione nella società.
È seguito poli l’approccio della scelta razionale, secondo la quale le collettività non esistono al di fuori degli individui. E ancora negli ultimi anni il neo-istituzionalismo, alla cui base sta la riaffermazione del
ruolo centrale delle istituzioni, ovvero un insieme di condizionamenti e opportunità distribuite in modo asimmetrico tra i diversi attori.
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Autore:
Marco Cappuccini
[Visita la sua tesi: "La comunicazione commerciale, ovvero come battere Berlusconi alle prossime elezioni"]
- Facoltà: Scienze della Comunicazione
- Esame: Scienza politica
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