Gli Europei e la conquista dell'Africa
Quando gli europei procedettero alla conquista dell’Africa ben poco restava in piedi delle antiche civiltà locali entrate in crisi ormai da secoli per le guerre e per gli effetti devastanti della tratta degli schiavi reticata dai primi coloni europei. La regione Shariana e quella della costa Nord-Occidentale erano controllate da una serie di potentati locali e di regni musulmani. Compattamente cristiano era invece l’impero etiopico. Quelle che restavano erano società tribali disaggregate, dedite alla caccia, alla pastorizia nomade o a un’agricoltura primitiva. I primi atti della nuova espansione furono l’occupazione francese della Tunisia (1881) e quella inglese dell’Egitto (1882). Negli anni ’70 sia l’Egitto che la Tunisia si erano lanciati in ambiziosi programmi di modernizzazione che avevano finito però col dissestare le finanze dei due paesi e col far salire a livelli altissimi il debito nei confronti delle banche europee; per tutelarsi contro il rischio di una banca rotta, Francia e GB scelsero la strada dell’intervento militare. La prima a muoversi fu la Francia che trasse pretesto da un incidente avvenuto nella primavera del 1881 alla frontiera con l’Algeria, per inviare un contingente militare a Tunisi e imporre un regime di protettorato. Gli avvenimenti tunisini ebbero immediate ripercussioni in Egitto dove la nascita di un forte movimento nazionalista guidato da un colonnello di nome Arabi Pascià parve mettere in pericolo non solo il recupero dei crediti esteri ma anche il controllo sul canale di Suez. Nell’estate ’82 il governo inglese sconfisse le truppe di Pascià e assunse il controllo del paese che divenne di fatto una semi colonia britannica. L’azione unilaterale dell’Inghilterra in Egitto provocò il risentimento della Francia e contribuì a scatenare la corsa alla conquista dell’Africa nera. I primi contrasti si delinearono nel bacino del Congo, dove re Leopoldo II di Belgio si era costruito una sorta di impero personale. La questione del Congo fu oggetto di una conferenza internazionale che fu convocata a Berlino nel 1884-85. La conferenza codificò le norme che avrebbero dovuto regolare la spartizione dell’Africa, il principio adottato fu quello della effettiva occupazione come unico titolo atto a legittimare il possesso del territorio, questo principio lasciava in realtà larghi margini di incertezza. In concreto la conferenza riconobbe la sovranità personale di Re Leopoldo sull’immenso territorio pio definito come Congo Belga. In Africa occidentale la Germania si vide riconosciuto il protettorato sul Togo e sul Camerun,l’Inghilterra ebbe il controllo sul basso Niger. Fra il 1885 e il 1895 gli inglesi risalirono il continente fino al bacino dello Zambesi, nel settembre del 1898 un contingente dell’esercito britannico si incontrò con una colonna francese che aveva occupato la fortezza di Fashoda sul Nilo, l’incontro rischiò di trasformarsi in un conflitto. Ma il governo francese che non era preparato ad una guerra acconsentì a ritirare le sue truppe e ad accantonare le sue mire sulla regione. All’inizio del ’900 restavano indipendenti solo l’impero etiopico e ancora non per molto la Libia ed il Marocco.
discendenti dagli agricoltori olandesi che nel XVII secolo avevano colonizzato la regione del Capo di Buona Speranza: i Boeri erano caduti sotto la sovranità dell’Inghilterra quando questa avaeva ottenuto la colonia. Molti di loro per sfuggire alla sottomissione avevano dato vita ad un massiccio esodo verso nord dove avevano fondato le due repubbliche dell’Orange e del Transvaal ma la scoperta di importanti giacimenti di cosi tipo diamanti alla fine degli anni 60 risvegliò l’interesse della GB. Protagonista principale della politica aggressiva fu Cecicil Rodes politico e uomo d’affari presidente e padrone della British South Africa Company. Si dovette alla sua frenetica attività se la GB potè espandere i suoi domini in buona parte dell’Africa Meridionale. Un ulteriore elemento di tensione fu costituito nella scoperta nell’86-’86 di nuovi giacimenti auriferi nell’Orange e nel Transvaal che attirò nelle due repubblice un gran numero di immigrati, soprattutto di origne inglese. In questo afflusso di forestieri i boeri videro il pericolo di una nuova colonizzazione, gli immigranti furono duramente discriminati e Rodes non erse l’occasione per appoggiarne la protesta. Nel 1899 il presidente del Transvaal Paul Cruger dichiarò guerra all’Inghilterra. La guerra fu lunga e sanguinosa, i boeri combatterono con tenacia ma vennero sconfitti nel 1902. il Transvaal e l’Orange vennero annessi all’impero Britannico. I Boeri condussero una lotta di resistenza che durò svariati anni. In seguito il governo britannico riuscì a mettere in atto una politica di pacificazione e di collaborazione con i boeri per lo sfruttamento delle immense risorse naturali.
Continua a leggere:
- Successivo: Il tasso di analfabetismo in Italia - 1900 -
- Precedente: John Friske : Manifest Destiny
Dettagli appunto:
-
Autore:
Marco Cappuccini
[Visita la sua tesi: "La comunicazione commerciale, ovvero come battere Berlusconi alle prossime elezioni"]
- Facoltà: Scienze della Comunicazione
- Esame: Storia contemporanea
- Docente: Adriana Roccucci
Altri appunti correlati:
- Storia delle Relazioni Internazionali - Dal Primo Dopoguerra alla Seconda Guerra Mondiale
- Letteratura e Cultura dell'Italia Contemporanea
- La guerra totale tra prima e seconda guerra mondiale
- Il cinema italiano dalle origini agli anni novanta
- Le origini del totalitarismo
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Il ruolo economico nazionale del sindacato operaio italiano nei due dopoguerra
- I figli della razza: il caso italiano. Educazione e discrimine dalle leggi razziali del 1938 alla paura dell'immigrato
- Arrigo Cajumi critico ''libertino''
- Amnistia Togliatti
- L'efficacia dei soldati in combattimento: motivazioni e morale dell'esercito italiano nelle due guerre mondiali
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.