La figura negativa del vagabondo
Il vagabondo rappresenta una macchia, è soggetto a misure crudeli e deprivato di qualunque risorsa è doppiamente escluso dall’assistenza in quanto non rientra nei caratteri richiesti. Fino al 16 sec il termine non è definito ma associato a qualificazioni come oziosi fannulloni poltroni.. e a mestieri come cantante e giullare. Un primo tentativo di sistematizzazione viene fatto da FRANCESCO I nel 1534 che stigmatizza tutti i vagabondi come persone senza riconoscimento che non hanno beni per sostenersi e non lavoro. Il vagabondo è dunque colui che è senza appartenenza comunitaria. Attraverso un ordinanza del 24 agosto 1701 la definizione è fissata nei suoi termini giuridici che saranno ripresi nel codice napoleonico che definisce il vagabondo come persona priva di confessione che non ha professione, mestiere domicilio e modo di sostentarsi. L’ordinanza reale del 1764 apporta una precisazione ossia tutti coloro che non hanno professione ne mestiere da più di sei mesi. Il vagabondo è un inutile al mondo. La misura più primitiva presa nei confronti del vagabondaggio è il “bando” forte e inefficace che riduca il vagabondo a errare perpetuamente in quanto respinto dappertutto. “l’esecuzione capitale” mette in atto la morte di questo parassita. La pena di morte è il nocciolo della legislazione sanguinaria applicata al vagabondaggio nel 500 in Inghilterra dove il consiglio del re nomina dei funzionari specializzati per dare la caccia ai vagabondi con il diritto di impiccarli. Sotto il regno di ENRICO VII vengono impiccati 12.000 vagabondi. Si adotta poi un'altra soluzione quella del lavoro forzato a partire dal 1367 a Parigi i vagabondi vengono arrestati ed effettuano lavori pubblici. Un'altra forma di lavoro forzato è la deportazione nelle colonie statuita nel 1719 ma il problema non è mai risolto con chiarezza. Un'altra misura per risolvere il problema è il “lavoro obbligatorio attraverso l’internamento” in quanto l’ospedale generale accoglierà anche i vagabondi ma non riuscirà a risocializzare gli indigenti validi ma solo a procurare migliori condizioni ai miserabili. Nel 1767 vengono aperti i depositi di mendicità una struttura amministrativo poliziesca autonoma dove gli indigenti validi compiono lavori forzati. Al termine dell’ancien regime ci sarà la caccia ai vagabondi. In Inghilterra le pene metteranno in atto una vera cattiveria EDOARDO VI ordina di catturare ogni persona che sia rimasta per più di 3 giorni senza lavoro sarà condotta da due giudici che la marchieranno come schiavo (può essere maltrattato imprigionato ed ereditato) se tenta di fuggire la 1 volta sarà fatto schiavo a vita la 2 sarà ucciso.
I vagabondi hanno un trattamento fuori dal comune perché ritenuti pericolosi, ovviamente per parlare di disoccupazione bisognerà aspettare il 900 ma questo dimostra che erano presenti situazioni di non occupazione. L’altra caratteristica del vagabondaggio è l’erranza ossia la rottura determinata in rapporto al domicilio.
Di vagabondi ce ne sono stati di pericolosi talvolta in bande. La costruzione di un paradigma negativo del vagabondo dipende da un discorso di potere in quanto la condanna al vagabondo è stata la via più breve tra l’impossibilità di tollerare una situazione e l’impossibilità di modificarla. L’esistenza di queste popolazioni instabili rappresenta una minaccia per l’ordine pubblico. La funzione di classe pericolosa riferita al proletariato dell’800 è già assunta dai vagabondi. Stigmatizzando la questione si fornivano mezzi regolamentari e polizieschi per far fronte a disordini occasionati dai pochi vagabondi veramente pericolosi. L’obiettivo di sradicare il vagabondaggio è un utopia!
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Dettagli appunto:
- Autore: Anna Carla Russo
- Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
- Facoltà: Scienze della Comunicazione
- Esame: Sociologia generale e Controllo sociale
- Titolo del libro: La metamorfosi della questione sociale, una cronaca del salariato
- Autore del libro: Robert Castel
- Editore: Sellino Editore
- Anno pubblicazione: 2007
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