Archivio cinema. Differenza tra film e audiovisivo
“Prodotto”: indica esattamente il risultato di un processo di produzione, e quindi di un’attività umana, perciò si configura anche come documento in quanto tale un prodotto audiovisivo incorpora sempre lavoro e capitale, e trasforma materia prima, usando leggi che governano il mondo fisico. Alcuni di questi prodotti possono attingere la sfera dell’arte, ma sempre di prodotti si tratta, si sa bene quanto sia soggettiva l’attribuzione di “opera”. Un prodotto/documento filmico non è sempre un opera d’arte ma un film “opera-d’arte” sarà sempre un prodotto, un documento.
Audiovisivo: un prodotto dell’attività umana, di varia natura fisica, il quale contiene la registrazione di immagini in movimento e di suoni.
C’è però un'altra parola che ha sostanzialmente lo stesso significato di audiovisivo, e che anzi è persino più onnicomprensiva e quindi più esatta (anche perché non esclude tutto il cinema muto): ed è la parola Film.
Film: una qualsiasi registrazione di immagini in movimento (animate), con o senza accompagnamento sonoro, qualunque ne sia il supporto: pellicola cinematografica, videocassetta, videodisco ad ogni altro processo conosciuto o da inventare.
Al di là degli aspetti terminologici, l’essenza di un “film” o un “audiovisivo” è la “registrazione di immagini in movimento” : implica la nascita di un nuovo linguaggio.
La parola “film”ha perso il suo significato generale e onnicomprensivo ed ha assunto un significato molto limitato secondo il quale film è soltanto il lungometraggio fiction destinato alla proiezione nelle sale cinematografiche,e quindi su grande schermo, realizzato naturalmente con tecnologia cinematografica, su pellicola 35mm e a colori; il bianco e nero è tollerato nei vecchi film, il 16mm è da dilettanti e buono per la tv o appunto per quell’altro cinema che conta poco.
La tendenza che si è affermata è stata quella di usare la parola film nel modo più riduttivo possibile; proprio per queste ragioni è diventata “ il tutto ”. Tutto il resto del cinema ( quello corto, quello non di fiction, quello di ricerca, di documentazione della realtà, di sperimentazione ) è sempre vissuto in uno stato di emarginazione e marginalizzazione; ma poiché doveva comunque essere nominabile si è fatto ricorso agli aggettivi: film documentario, didattico, scientifico, industriale, sperimentale, etnografico, sociologico, pubblicitario, cinegiornale, di attualità e molti altri.
La progressiva diffusione mondiale del sistema televisivo ha comportato una moltiplicazione delle tipologie di prodotti, diverse da quella costituita dai film lungometraggi fiction destinati alla proiezione nelle sale, per indicare i diversi tipi sono stati inventati una serie amplissima di vocaboli. Man mano che tecnologie e linguaggio dell’immagine in movimento sono diventate un fenomeno centrale il termine audiovisivo è apparso come una parola che poteva comprendere tutta la diversità di supporti – durate – generi - sistemi di diffusione ormai esistenti. In Italia siamo ancora lontani da una concezione comune e generalizzata della parola audiovisivo. Resta il rammarico per il destino incompiuto di una parola ( film ) che nacque già come onnicomprensiva indicativa di oggetti diversi tra loro. Continua comunque a esistere una interpretazione riduttiva del termine audiovisivo, considerato qualcosa di diverso e subalterno al cinema.
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Autore:
Laura Righi
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- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Esame: Documentazione del patrimonio audiovisivo
- Docente: Michele Canosa
- Titolo del libro: Il documento audiovisivo: tecniche e metodi per la catalogazione
- Autore del libro: A. Giannarelli, O. Martini e E. Segna
- Editore: Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
- Anno pubblicazione: 1995
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