"Bowling a Columbine" e "Elephant". Documentario e film di finzione
L’obiettivo di entrambi i registi era far parlare dell’argomento, e senza dubbio ci sono riusciti.
Questi due approcci, ad una storia di violenza ed alienazione giovanile, forse non sono poi così lontani. Entrambi lasciano che sia il pubblico a trovare una propria spiegazione, ma lo fanno in due modi diversi. Moore nel suo indagare con tenacia, amplia il suo sguardo e affronta il tema come problema sociale; Van Sant al contrario stringe e concentra il suo sguardo, lasciando riflettere in un freddo e straniante silenzio.
Non ci sono sostanziali differenze tecniche tra documentario e film di finzione, possono utilizzare tecniche simili. La differenzia sta nel tipo di “accordo” che viene fatto col pubblico. Il documentario promette di riflettere una realtà, il film di finzione dichiara che, per quanto possa essere credibile, la storia è un’invenzione. Lo spettatore deve essere culturalmente equipaggiato (capacità di osservazione, distacco e atteggiamento critico) per poter godere dello spettacolo senza esserne condizionato.
Bowling a Columbine e Elephant sono due visioni, due specchi della stessa immobile, autistica e impotente realtà.
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Autore:
Laura Righi
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- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Esame: Caratteri del cinema contemporaneo
- Docente: Franco La Polla
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