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Il corpo come veicolo per esperire il mondo


Gli esseri umani hanno esperienza del mondo attraverso il corpo. Il corpo è infatti una specie di mediatore tra noi e il mondo, un mezzo attraverso il quale entriamo in relazione con l’ambiente circostante. Noi conosciamo attraverso il corpo: si parla, così, di una conoscenza “incorporata”.
Gli antropologi hanno molto insistito, negli ultimi anni, sulla nozione di incorporazione, come nozione capace di descrivere il nostro “essere nel mondo”.  La società cerca di imprimere nel corpo dei suoi componenti  i segni della propria presenza. Il corpo è infatti “culturalmente disciplinato”.
Gli individui sono “esseri sociali”. Secondo alcuni antropologi tutte le società si adoprerebbero a sottolineare questo fatto “plasmando” i loro membri secondo un proprio modello ideale di umanità. Tatuaggi, perforazioni, pitture, circoncisioni, … sarebbero tutte pratiche finalizzate a ciò che Remotti ha chiamato antropopoiesi, cioè “fabbricazione dell’essere umano” da parte della società.
Le pratiche antropo-poietiche consentono di distinguere chi fa parte del noi da chi fa parte di altri gruppi.

Marcel Mauss, uno dei fondatori dell’antropologia francese, ha coniato l’espressione “tecniche del corpo”, cioè modi in cui gli uomini, nelle diverse società, fanno determinate cose con il proprio corpo (es. tenere in braccio un bambino).
Mauss dice che queste tecniche sono apprese, sono fatti culturali.
Mauss dice che una tecnica è un atto tradizionale (dietro c’è sempre un apprendimento, una trasmissione) ed efficace (finalizzato al raggiungimento di un fine).

Un aspetto importante della costruzione sociale del corpo è quello che avviene in alcuni contesti rituali in coincidenza di alcuni momenti fondamentali della vita umana e  vengono solitamente definiti, in antropologia, come “riti di passaggio”. I riti di passaggio sono riti che facilitano il passaggio da una condizione sociale ad un’altra e si dividono in 3 fasi:
Separazione: i partecipanti sono separati dal gruppo cui precedentemente appartenevano;
Margine: è il periodo tra i 2 stati, in cui i partecipanti non sono più ciò che erano prima ma non hanno ancora acquisito  una nuova identità.
Aggregazione: i partecipanti, che hanno acquisito un nuovo status, sono reintegrati nella società.

In Occidente, i momenti ritualizzati sono sostanzialmente la nascita, il matrimonio e la morte; altrove ci sono i riti di iniziazione, rituali che segnano il passaggio dalla pubertà all’età adulta e che, in molti casi, prevedono un intervento sul corpo.
Il corpo può anche diventare terreno di confronto ideologico e politico. Molti Occidentali sono ad esempio colpiti dal modo in cui le culture dell’area arabo-musulmana disciplinano il corpo nascondendolo, e parlano del corpo femminile come di un corpo “represso”. Sui musulmani produce invece un effetto negativo il modo in cui in Occidente il corpo viene ostentato, esibito.

Tratto da ELEMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE di Anna Bosetti
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