Riassunto del libro di Caprara e Cervone che affronta un tema caro alla psicologia: la personalità. Vengono ampiamente descritti gli approcci teorici che negli anni hanno studiato la personalità, scomponendola nei suoi elementi e fattori, ipotizzando gli stadi di sviluppo e sottolineando le interazioni con le relazioni umane e con tutti i fattori che la determinano.
Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità
di Paola Alessandra Consoli
Esame: Personalità e assessment
Docente: Pastorelli
Titolo del libro: Personalità. Determinanti, Dinamiche e
Potenzialità
Autore del libro: Caprara, G.V., Cervone, D.
Editore: Raffaello Cortina
Anno pubblicazione: 20031. L’ambito della psicologia della personalità
I fenomeni esaminati dalla psicologia della personalità contemporanea comprendono:
Le differenze interindividuali: propensioni, disposizioni e tratti comportamentali abituali che caratterizzano
l’individuo e distinguono le persone l’una dall’altra;
La coerenza intraindividuale: il modo in cui i processi psicologici distinti funzionano come sistemi coerenti,
in cui le persone pervengono a un senso del sé, nel quale le convinzioni sociali e individuali assumono i
caratteri di un sistema integrato di esperienze e azioni dell’individuo;
L’interazione fra fattori biologici e culturali che guida lo sviluppo della personalità, ponendo limiti ma
anche offendo diverse opportunità di crescita personale;
I processi e i meccanismi psicologici che nel corso della vita, interagiscono con i processi biologici e sociali
e danno un senso continuo dell’identità personale e dell’individualità;
Le relazioni interpersonali che rappresentano un contesto fondamentale per lo sviluppo della personalità.
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità 2. Definizione di personalità
La personalità è l’insieme dei sistemi psicologici che contribuiscono all’unità e alla continuità della condotta
e dell’esperienza individuale, sia come viene espresso, sia come viene percepito dall’individuo e dagli altri.
Secondo i ricercatori, i principi fondamentali per lo studio della personalità sono 3:
La personalità è un sistema complesso di strutture e di processi psicologici la cui organizzazione risulta dalle
interazioni sinergiche che hanno luogo tra molteplici sottosistemi.
La personalità si sviluppa e funziona mediante una costante interazione con l’ambiente. Le interazioni con il
mondo sociale gettano le basi per lo sviluppo di capacità agentiche.
Esistono una coerenza e una continuità nella personalità che possono essere pienamente apprezzate solo
considerando la persona un’unità organica ed esaminando l’organizzazione della sua personalità nel corso
della vita.
La psicologia della personalità comprende un’ampia serie di concezioni teoriche. Distinguere tra i diversi
approcci teorici non è semplice.
Cronbach ha sostenuto che le distinzioni interne alla disciplina potevano essere tracciate lungo linee
metodologiche: gli approcci che adottavano strategia di ricerca sperimentali, e quelli che si avvalevano di
strategie correlazionali.
Un’altra distinzione tradizionale è quella tra teorici della persona e teorici della situazione. Mentre i teorici
della persona indagano le caratteristiche della personalità che si esprimono in modo consistente a
prescindere dall’ambiente, i teorici della situazione sono interessati alle influenze ambientali. Infine, è
possibile distinguere tra teorie della struttura e teorie del processo. Le prime studiano le qualità durevoli
possedute dagli individui, mentre le seconde riguardano i processi dinamici in costante trasformazione.
Gli psicologi della personalità concordano nel sostenere l’importanza di comprendere le configurazioni
fenotipiche del comportamento, del pensiero e dell’azione, vale a dire le disposizioni osservabili che
distinguono le persone l’una dall’altra. Non sono invece d’accordo sul modo di descrivere e di spiegare
queste disposizioni. La focalizzazione sulle dimensioni latenti alle quali sono riconducibili stabili tendenze
comportamentali o piuttosto la focalizzazione sui meccanismi social-cognitivi ed emozionali che spiegano la
stabilità e la variabilità del funzionamento psicologico individuale contraddistinguono due distinti approcci
della psicologia della personalità contemporanea.
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità 3. Origini, storia e progresso del concetto di personalità
Personalità deriva dal latino “persona”: maschere degli attori nelle rappresentazioni teatrali, ruolo,
aspettative di comportamento.
E’ solo dal XIV sec che si inizia a guardare alla persona come individualità, intenzionalità.
Il concetto di Personalità è proprio della cultura occidentale, diverso da quello in altre culture:
Centralità dell’individuo vs centralità delle relazioni e della collettività
Valore del confronto vs valore della conciliazione
Curiosità verso le regole del mondo vs interesse per aspetti pratici
Pensiero analitico vs pensiero olistico
Autonomia/autorealizzazione vs appartenenza/obbligazioni reciproche
Differenze culturali influenzano processi cognitivi.
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Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità 4. Contributi del pensiero greco, romano e cristiano sullo studio
della personalità
CONTRIBUTI PENSIERO GRECO
da V-VI sec a.C.
ricerca di equilibrio e armonia
enfasi sulla partecipazione alle relazioni interpersonali e comunitarie
prima distinzione di tipologie: i 4 temperamenti di Ippocrate (Sanguigno, Flemmatico, Collerico,
Melanconico): armonia, indivisibilità di corpo e mente nella personalità.
CONTRIBUTI PENSIERO ROMANO
maggiore attenzione alla realtà quotidiana
dall’homo cogitans all’homo faber: uomo artefice del proprio destino
MEDIAZIONE DEL PENSIERO CRISTIANO
ruolo della persona rispecchia un disegno divino
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità 5. Nascita delle scienze e studio della personalità
Rinascimento
Fiducia nell’individuo, che torna al centro del mondo
Maggiore mobilità sociale
Secolarizzazione della società
Illuminismo
Primato della ragione
Dalla speculazione filosofica al ragionamento scientifico indagine empirica
Mente e Corpo – Ragione ed Esperienza – Individuo e Società
XIX Secolo: sviluppi delle scienze biologiche
La psicologia delle facoltà: organologia di Gall e frenologia di Spurzheim
Darwin e l’evoluzione della specie: lo sviluppo è cambiamento
Le scienze sociali e il cambiamento sociale
Durkheim, Tarde, Weber, Mill, Spencer, Marx
Lo sviluppo e il funzionamento della persona non possono essere disgiunti da quelli dell’organizzazione
sociale.
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Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità 6. Posizioni di strutturalismo e funzionalismo nello studio della
personalità
Lo strutturalismo e il funzionalismo sono i due principi guida che hanno indirizzato la ricerca in psicologia
nei suoi primi anni.
Lo strutturalismo (Wundt) si riferisce allo studio degli elementi di base della mente e gli strutturalisti
sostengono che l’esperienza psicologica possa essere ricondotta alla combinazione di semplici elementi
distinti.
Il funzionalismo (James), dominante nella psicologia americana delle origini, studia la mente in uso e cioè
come l’individuo cerca di adattarsi alle contingenze ambientali.
Gli psicologi della personalità contemporanei riconoscono che strutture e processi sono interdipendenti,
entrambi essenziali per comprendere cosa sia e come funzioni la personalità.
Tutti i processi psicologici operano appoggiandosi a strutture psicologiche e tutte le strutture sono il risultato
di processi.
Janet perviene a una teoria dinamica che concepisce ogni forma di condotta come il risultato della
combinazione di forza e tensione psichiche. Mentre la forza riguarda la quantità di energia psichica che
sostiene le diverse attività, la tensione riguarda il loro grado di organizzazione. Janet enfatizza l’importanza
delle determinanti sociali della personalità, ritenendo che l’organizzazione complessa di tendenze dinamiche
dipenda ampiamente da fattori interpersonali e sociali.
Lewin raccomanda di identificare le dinamiche psicologiche e le forze sociali che rendono conto dei vari
comportamenti nei contesti in cui si producono. Nella sua teoria del campo, prende a modello una topologia
matematica, dove ogni comportamento è una funzione della persona e dell’ambiente. All’interno di questa
struttura enfatizza le percezioni che gli individui hanno di sé stessi e dell’ambiente, esaminando questi
fattori come forze (bisogni e obiettivi) operanti nel campo psicologico.
Ciò implica che la persona debba essere esaminata nella situazione concreta, per trarre le ragioni del suo
comportamento dalla totalità dei fattori che per lei sono psicologicamente rilevanti.
Stern utilizza il termine personalistica per fare riferimento alla scienza che studia l’essere umano nella sua
totalità. Richiama l’attenzione sulle caratteristiche di unità, indivisibilità e intenzionalità che caratterizzano
la persona.
La personalità deve essere concepita come totalità, mai interamente determinata né dalle disposizioni né
dall’ambiente. Mentre i tratti rappresentano gli elementi stabili e di base dell’individualità, le disposizioni
sono concepite come entità malleabili, dirette a scopi particolari, i cui esiti dipendono dalla propensione
della persona a progettare il corso della propria vita. Le intenzioni delle persone e i loro valori sono ritenuti
decisivi nel plasmare l’ambiente e le loro esperienze.
Vygotskij pone le basi dell’approccio storico-culturale, mutuando da Marx l’idea che l’essenza degli esseri
umani derivi dalle loro relazioni sociali. Egli sviluppa una teoria secondo la quale tutte le più alte funzioni
psichiche sono il risultato dell’internalizzazione delle relazioni sociali. Le relazioni sociali vengono
trasformate in strategie e regole internalizzate e funzionano come strutture sottostanti al funzionamento
psicologico.
L’individuo trasforma gli strumenti e i simboli dell’ambiente sociale in capacità cognitive.
Lo sviluppo del linguaggio è la chiave dell’intero sviluppo delle funzioni psicologiche: svolge prima una
funzione di comunicazione interpersonale e poi una funzione intrapsichica e di autoregolazione.
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Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità Gli individui sono caratterizzati dall’insieme di strategie mentali che derivano dalle loro relazioni sociali.
Mentre le relazioni sociali, una volta internalizzate, sono ciò che orienta la personalità nelle sue relazioni
con il mondo, l’agire nel mondo è ciò che trasforma le potenzialità in capacità reali.
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità 7. Le teorie della personalità: Allport
Per Allport, la personalità è un’organizzazione dinamica caratterizzata dal modo in cui l’individuo si
protende verso il futuro e, soprattutto, per il modo in cui questo suo protendersi corrisponde ad una sempre
maggiore realizzazione delle proprie potenzialità.
La personalità è una realtà psicofisica frutto dell’interazione tra componenti della vita fisica e di quella
psichica, contrassegnata da specifici tratti, modi di essere caratteristici e unici in ogni individuo, tendenze
fondamentali che lo indirizzano, determinandone il comportamento e l’adattamento all’ambiente.
Il primo elemento della teoria di Allport concerne la definizione dei tratti di personalità: strutture
neuropsichiche dotate della capacità di rendere molti stimoli funzionalmente equivalenti, nonché di generare
e guidare forme coerenti di comportamento adattivo ed espressivo.
I tratti sono classificati come tratti universali o comuni, risultato delle influenze culturali che partecipano
alla formazione della personalità, o come tratti individuali che esprimono la personalità individuale e
possono essere solo in alcuni individui.
In base al loro grado di dominanza e generalità, sono ulteriormente distinti in tratti cardinali, che riguardano
ciò che è peculiare di una persona, le sue passioni e i suoi sentimenti prevalenti e influenzano quasi tutte le
azioni della persona, tratti centrali, che contraddistinguono la persona, e tratti secondari, meno frequenti e
importanti, circoscritti a specifiche sequenze di comportamenti.
Il secondo elemento concerne la nozione di autonomia funzionale dei bisogni: un’attività intrapresa per una
ragione può, nel tempo, diventare fine a se stessa, acquisendo un valore autonomo, del tutto indipendente dal
bisogno originale.
Nei primi mesi di vita la motivazione è l’espressione dei processi biologici regolati dal principio della
riduzione della tensione: il bambino è motivato dal bisogno di ridurre o eliminare il dolore e di mantenere o
realizzare uno stato di piacere.
L’autonomia funzionale dei bisogni è connessa strettamente alle funzioni del Proprio, che permettono di
sostenere e perpetuare una certa attività fisica fino a farla diventare uno scopo in sé che prescinde dalle
situazioni e dai condizionamenti originari. Molte attività adulte hanno bisogno, per poter perseverare, della
ripetizione continua del rafforzamento primario.
Il terzo elemento concerne la nozione di Proprio, che si riferisce all’insieme di percezioni e opinioni di sé.
Allport concepisce il Proprio come l’essenza dell’identità personale, descritta secondo le funzioni di solito
ascritte all’Io e al Sé (senso del corpo, l’autostima, l’identità, l’estensione del Sé, il senso del Sé, il pensiero
razionale, l’immagine di sé, le tendenze del Proprio, lo stile cognitivo e la funzione del conoscere) e che si
sviluppa nel tempo e contribuisce in maniera crescente alla coerenza del funzionamento della personalità.
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità 8. Le teorie della personalità: Murray
Murray propone una triade di costrutti: bisogno, pressione e tema.
Un bisogno (viscerogeno o psicogeno) organizza le percezioni, la motivazione e l’azione, dando
all’organismo una determinata tendenza direzionale.
Le pressioni sono forze ambientali che interagiscono con gli sforzi delle persone, rendendo loro più o meno
difficile perseguire certi obiettivi. Le pressioni beta corrispondono a opportunità o a impedimenti come sono
percepiti, le pressioni alfa a facilitazioni ed ostacoli oggettivamente esistenti.
I temi sono unità di analisi più globali, comprendenti un bisogno e una pressione, unità persona-situazione,
che rispecchiano sia l’intento personale sia la situazione nella quale la persona agisce per perseguire uno
scopo.
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità 9. Il caso della psicoanalisi nello studio della personalità
Il metodo psicoanalitico mira a scoprire i principi regolatori del funzionamento psicologico indagando e
ricostruendo il passato.
Il funzionamento psichico dipende dall’energia psichica che si accumula come risultato di esigenze interne
ed esterne e deve assolvere la funzione di preservare l’equilibrio dell’organismo al livello più basso di
tensione.
Freud pone alla base del suo apparato teorico la nozione di pulsione, rappresentazione psichica di stimoli
endosomatici, fenomeni a metà strada tra la mente e il corpo che collegano l’uno all’altro. Le pulsioni
forniscono l’energia che muove l’apparato psichico e determinano la forza con la quale le strutture mentali
si affrontano l’una con l’altra.
In un primo momento Freud distingue le strutture della personalità in due campi: conscio e inconscio. In
seguito egli afferma che le forze alla base della vita psichica sono tre: Es (parte oscura, inconscia della
nostra personalità, ove nascono le pulsioni: essa agisce in base al principio di piacere), Super-Io (che
rappresenta la coscienza morale, frutto del rapporto con gli altri: può anche svolgere una funzione negativa o
repressiva), Io (che cerca di mediare fra le pulsioni inconsce e le esigenze della realtà sociale e della
coscienza morale).
Nella concezione junghiana dell'uomo, il tratto caratteristico più importante è la combinazione della
casualità con la teleologia: il comportamento dell'uomo non è condizionato soltanto dalla sua storia
individuale e di membro della razza umana (casualità), ma anche dai suoi fini e dalle sue aspirazioni
(teleologia).
Jung vede nella personalità dell'individuo il prodotto e la sintesi della sua storia ancestrale.
L'uomo nasce già con molte predisposizioni trasmesse dai suoi antenati e queste lo guidano nella sua
condotta. Quindi esiste una personalità collettiva preformata (inconscio collettivo) che è modificata ed
elaborata dalle esperienze che riceve.
Jung ipotizza una nuova tipologia di personalità, a partire dalla convinzione che le persone differiscano
secondo due orientamenti di base verso la vita: estroversione e introversione.
Jung ricorre, come Freud, al concetto della libido, ma mentre per Freud la libido è un concetto collettivo
delle tendenze sessuali dell'uomo, per Jung il termine libido è sinonimo di energia psichica e a seconda che
la libido sia diretta preminentemente verso l'interno o verso l'esterno. L'atteggiamento introverso tende ad
orientare la sua energia psichica verso il mondo interiore (pensieri ed emozioni), mentre l'atteggiamento
estroverso orienta la sua energia verso il mondo esteriore (fatti e persone).
La psicologia dell’Io (A.Freud, Hartmann, Rapaport) sottolinea il ruolo dell'Io in quanto struttura mentale
che svolge un ruolo di mediazione tra i bisogni interni dell'individuo e le richieste provenienti dalla realtà.
L’Io è biologicamente equipaggiato per fronteggiare con successo le prove che l’adattamento comporta ed è
in gran parte autonomo rispetto all’Es.
I teorici della psicoanalisi delle relazioni oggettuali (Klein, Winnicott) investigano le relazioni delle persone
con gli oggetti, cioè con le persone significative del proprio ambiente sociale, concentrando l’attenzione
sulle prime relazioni tra il bambino e il caregiver.
La madre rappresenta l’oggetto che fornisce le risorse necessarie per sopravvivere, per lo sviluppo mentale,
per affrontare e superare le proprie fragilità.
Gli scambi tra madre e bambino preparano le fondamenta per lo sviluppo della personalità.
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità 10. Differenze individuali: tratti, temperamento e intelligenza
Lo studio della personalità è ancorato allo studio delle sue principali disposizioni o tratti, ma restano molto
distanti le posizioni di quanti assegnano alle disposizioni un ruolo causale nella spiegazione del
comportamento rispetto a quanti assegnano loro una funzione prevalentemente descrittiva.
I primi ritengono che vi siano strutture mentali, universali e preformate che dall’origine improntano il
rapporto dell’individuo con la realtà e identificano le principali disposizioni con il genotipo della
personalità.
Costoro concepiscono la personalità come un’architettura gerarchica con al vertice un numero limitato di
disposizioni o tratti generali e indipendenti dai quali deriva ogni altro tratto e comportamento, affidano alle
varie tecniche di analisi fattoriale il compito di individuare le strutture latenti o fattori che stanno alla base di
ogni espressione della personalità e traggono conferme della validità della propria impostazione dagli studi
longitudinali che attestano la stabilità delle principali disposizioni nel corso della vita, dagli studi su varie
popolazioni che attestano la generalità delle medesime disposizioni e dagli studi di genetica
comportamentale che ne avvalorano l’attendibilità (Eysenck, McCrae e Costa).
I secondi, invece, ritengono che le disposizioni corrispondano a costellazioni affettive e cognitive che
predispongono a determinati comportamenti in determinate circostanze e la cui origine deriva dalla funzione
che esse hanno mostrato di svolgere nel corso dell’esperienza. Costoro concepiscono la personalità come un
sistema dinamico risultante dalla graduale organizzazione di una varietà di processi affettivi e cognitivi che
si consolidano in strutture deputate a regolare e dirigere la condotta nel corso dello sviluppo ed in relazione
ai vincoli e alle opportunità derivanti dall’interazione con l’ambiente, indagano sperimentalmente e
longitudinalmente come si formano e come operano i vari meccanismi di autoregolazione dai quali deriva la
capacità individuale di interagire attivamente con l’ambiente e individuano i veri determinanti della
personalità in strutture emergenti di autoriflessione e autodirezione (Bandura e Mischel).
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità