Dipendenze e depressione: specchio di una mancanza sociale
Le dipendenze da un lato e la depressione dall’altro come cliniche prevalenti oggi mostrano che non c’è socialmente l’assunzione di una mancanza.
Socialmente la mia immagine non può essere momentaneamente piangente, sono spariti tutti i segni del lutto dunque socialmente io sono invitato a mostrare un’immagine di me tutto sommato senza crepe, Possiamo intuire che è in diretta corrispondenza con cliniche che vanno nella direzione della non assumersi queste crepe ,questi buchi ma cortocircuitarsi dentro quelle modalità che possono essere l’immagine del corpo magro la sostanza che aliena.ecc tutto ciò che in qualche modo astrae la soggettoettività da l’essere sulla necessità di elaborare che invece i buchi e le crepe ci sono dunque tutto ciò che è alienante con dei gadget: la crepa necessita di qualcosa che ha un senso perché se io non ho un senso da dare a tutto questo tutto finisce nel nulla.
Se leggete Lutto e malinconia di Freud vi rendete conto che è una sorta di anticipazione in filigrana di questi elementi proprio perché lui ci mostra come c’è un regime del lutto e un regime della malinconia c’è una elaborazione del lutto normale .pensate a quando non passate un esame,noi siamo abituati a trattare la perdita.
Siamo abituati ad attribuire al termine narcisismo un valore negativo in questo caso non è una questione di ripiegamento è che la mia immagine quella che incontro allo specchio che è costitutiva di me.
Dunque la mia immagine narcisistica è fondamentale per la mia relazionalità non rinuncio al mio narcisismo anzi in un certo senso é potenziato : qualcosa che muta nella posizione mia con l’altro ritorna su di me e devo ricalibrarmi in un certo modo e accorgermi che avevo creduto che quell’oggetto riparasse le mie mancanze in realtà mi ritornano indietro con la necessità di una elaborazione ulteriore, in questo senso è una ricchezza perché comunque è nel legame che io scopro questo, è nelle variazioni che il legame subisce che sono più capace di leggere le mie mancanze e che in qualche modo ritrovo anche la possibilità di ricostruire un’immagine di me infondo più realistica, non lo scopro guardando me o guardando l’altro.
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Autore:
Beatrice Segalini
[Visita la sua tesi: "Il panico: un approccio integrato"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Metodi e tecniche di analisi della domanda nel colloquio psicologico
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