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Lutto e malinconia


Oggi siamo alle prese con una clinica profondamente centrata su una questione da un lato delle dipendenza come risposta mortifera al non senso soggettivo del piacere e dall’altra parte con una clinica della depressione che è un altro nome dello stesso non senso.
Siamo più sul versante della malinconia che sul versante del lutto perché ci sia un desiderio di felicità occorre che si sia saldato un lutto, che ci sia una dimensione soggettoettiva di perdita accettata in ragione dell’altro.
l’altro è qualcuno che in qualche modo mi limita dunque una buona regolazione del soggetto con l’altro ,una buona dialettica soggetto-altro implica sicuramente l’ottenimento di una certa quota di piacere è che questo lo posso fare se ho assunto questa dimensione relazionale e quindi di perdita forte.
Se io questa dimensione di perdita non l’assumo se non integro libidicamente il lutto non posso che spostarmi in una dimensione malinconica o maniaco-depressiva nella quale non è entrato in gioco che insieme alla limitazione che l’altro costituisce per me insieme alla perdita a cui mi obbliga in realtà mi torna indietro come dono inaspettato una
posizione in cui so confrontarmi con la mia perdita strutturale c’è un elemento se volete di cicatrice.
Un soggetto è qualcuno che si riconosce dentro una genealogia pensiamo al modello simbolico relazionale: ho un punto di origine ho certe coordinate che mi fissano me la devo cavare con quel che c’è ,è una dimensione che in psicoanalisi si chiama perdita.
L’altro è qualcuno che mi costituisce quindi mi limita e dunque se lo riconosco in questi termini mi assumo la mia perdita mi assumo che quelli lì siano i miei genitori e non altri,operazione che non è così da poco.
Siamo abituati a vivere un una dimensione di rete relazionale: se continuo a funzionare in termini di copertura ideale della mancanza dell’altro mi ritrovo a non poter fare i conti con la mia mancanza.
La mancanza dell’altro in realtà non è la sua poiché l’altro è sempre stato così sono io che l’ho potuta vedere si o no mancante, si o no irritante.
Se posso integrare la mancanza dell’altro e assumerlo per quello che è in realtà non è l’altro la persona che è in gioco è la mia dimensione di soggetto che può guardare un pochino di più le cose in faccia è da li che viene quella dimensione del dono,della ricchezza che l’altro costituisce precisamente per la sua mancanza,precisamente per la sua diversità.
il lutto della mia immagine è sempre il lutto di me con l’oggetto,ha a che fare con la perdita dell’oggetto,
Siamo in una società incapace di lutto tutto avviene perché avviene e la vita va avanti
Il lutto è invece un modo di tener conto che la perdita dell’oggetto amato avviene in un certo tempo.
Si sa addirittura socialmente in maniera ritualizzata che una perdita implica un riassetto del mondo psichico che permetta di fare a meno di quella relazione,di quell’oggetto.
Lutto e Malinconia Freud giustamente parla del lutto come di un enigma perché dal punto di vista pulsionale effettivamente  la pulsione non ha un oggetto unico la pulsione ha un oggetto sempre parziale quindi sempre sostituibile dunque come mai c’è questo problema del lutto ?
semplicemente perché c’è una dimensione dell’oggetto che è radicalmente narcisistica quando io perdo qualcuno non è quel qualcuno è la mia immagine senza quel qualcuno…come mi sostengo sul piano narcisistico speculare? come mi sostengo se quel qualcuno costitutivo della mia immagine non c’è più
..capite perché è fondamentale ragionare in termini di altro simbolico?perché ci aiuta a ragionare anche meglio dal punto di vista del nostro immaginario quindi della nostra costituzione narcisistica.
la sostituzione dell’oggetto perso  avviene nei modi più vari che appartengono  alla stretta singolarità della persona che può essere presa da altri interessi, pensare ad attività che ricostituiscono in qualche modo narcisisticamente la persona colmando quello che si è manifestato in quel momento per quella situazione come un buco.
Ciò  che appare nel lutto che a me manca è la scena che si svela ulteriore è che in realtà io manco..
come faccio a ricostituire la mia mancanza?

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