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Il trattamento della sceneggiatura cinematografica


Una volta completata la scaletta, lo sceneggiatore può svilupparla nel trattamento, il racconto in prosa dell’intera storia, scena dopo scena. Può essere il soggetto ampliato, oppure una storia sotto forma di romanzo. Di solito è scritto al presente, in prima o terza persona, prediligendo il discorso indiretto; pochi i dialoghi ma molto dettagliate le descrizioni degli ambienti.

Il trattamento serve a risolvere tutti i problemi di costruzione prima della sceneggiatura: lo scopo è creare il mondo narrativo che confluirà nel film. E’ il momento dell’evocazione, in cui si approfondiscono biografia e interiorità dei personaggi. Tali informazioni aiutano lo sceneggiatore a familiarizzare con un universo poetico, ma che in sceneggiatura saranno accorciate, selezionate.

In Italia l’esigenza di scrivere il trattamento varia da uno sceneggiatore all’altro. Gli americani passano direttamente dal soggetto alla sceneggiatura, scrivendo a parte, in piccole schede volanti, biografie e storie dei personaggi. Anche perché, come ricorda Rovescalli, nel cinema americano si girano spesso film tratti da romanzi, il che rende superfluo il trattamento come soggetto romanzato.

Stanley Kubrick, in merito, sosteneva che i romanzi meglio adattabili al cinema sono quelli psicologici, che descrivono in ogni momento cosa stia pensando o provando un personaggio: ciò rende più facile allo sceneggiatore cercare azioni che siano il correlativo di quegli stati psicologici.

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