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L’analisi saussuriana del segno linguistico


Per Saussure il segno linguistico esiste per l’associazione del significante e del significato. Esso è un’entità psichica a due facce che unisce un concetto e un’immagine acustica. La doppia articolazione segna il confine tra il mondo animale e umano e costituisce l’aspetto distintivo del linguaggio. Secondo Saussure, concetti come casa, bianco, considerati in se stessi, appartengono alla psicologia, essi diventano entità linguistiche solo per le associazioni con le immagini acustiche.

Come osservò Vygotskij, non è possibile indagare pensiero e parola come due facoltà eterogenee. Secondo questo punto di vista, il significato della parola è visto come fenomeno insieme verbale ed intellettuale che riunisce, nella sua forma più semplice, l’unità globale di pensiero e linguaggio.

Il carattere eteroclito del linguaggio è identificato tramite l’analisi dell’atto individuale che permette di ricostruire il circuito della parola. Date due persone, A e B, che parlano, il punto di partenza del circuito è nel cervello di uno, ad es. A, ed è un fenomeno fisico: il cervello trasmette agli organi della fonazione un impulso correlato all’immagine, poi le onde sonore si propagano dalla bocca di A all’orecchio di B. Poi, il circuito prosegue in B in un ordine inverso. Dalla descrizione emerge la definizione del compito della linguistica, lo studio dell’associazione fra una fonia e il suo senso.

Tratto da INTRODUZIONE ALLA LINGUISTICA APPLICATA di Domenico Valenza
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