Pete Dayton: Giardino e improvvisazione
Pete, una volta ritornato nella casa dei genitori (seq. 26), s’affaccia dal muretto che divide il proprio giardino dalla proprietà limitrofa; ha modo così di vedere il giardino contiguo, in cui non vi è che un cane (e non è quello che Fred e Renée sentivano abbaiare: è un cane tranquillo), una piccola tinozza blu, piena d’acqua, una barchetta che vi galleggia così come un piccolo pallone rosato, mentre a fianco resta una sedia vuota. Fred non è ancora nessuno, ha un vuoto interiore da cui stenta a riprendersi, una faccia che tarda ad assumere i connotati che anagrafi-camente le competono. Quel mondo in miniatura nel giardino del vicino sarebbe forse quello in cui proiettarsi, quello da assumere come proprio teatro di vita.
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