L’enunciazione reggente del film e l’enunciazione di secondo grado incassata

Ci possiamo porre allora due questioni, collocate su livelli diversi, da un parte l’enunciazione reggente del film (quella autoriale), dall’altra l’enunciazione di secondo grado incassata (i “film” mnestico/immaginativi di Fred):
a. che rapporto ha questo incassamento di stili con l’identità artistica dell’autore del film?
b. per quale ragione la seconda parte del film ha caratteri così diversi dalla prima e che significa quell’ironia enunciazionale visto che essa è attribuita alla costruzione immaginativa di Fred?
Da una parte c’è la ricostruzione di ciò che è più proprio (ciò che si è commesso) e quindi essa si adegua alla forma di vita di Fred; dall’altra c’è la ricostruzione di una vendetta possibile rispetto a un passato che non si è certo redento attraverso il proprio crimine (anzi, forse si è finiti dentro un disegno preordinato di qualcun altro); di qui l’idea di “sposare” forme di vita altrui. Parallelamente, nel film con protagonista Fred c’è uno stile che si raffina, che ha la propria economia” affettiva”, i propri modi di presenza attraverso figure ricorrenti e percorsi di trasformazioni specifici; nel film con protagonista Pete si opta invece per un stile vendicativo che prende di mira la prassi enunciazionale del cinema contemporaneo, dato che se, da un lato, essa si pone come lo sfondo inevitabile di ogni stile individuale, dall’altro lato, essa ambisce a divenire una grande “casa comune” ove “ricettare” ogni soluzione individualizzante per farla divenire una pura opzione paradigmatica tra le altre (così come Fred vede in Pete uno dei tanti uomini che potevano assumere il ruolo attanziale di amante di Renée). Lo stile vendicativo è allora quello di una citazione virgolettata (assunzione kitsch) degli stilemi impropri per farli entrare in una fucina (in una “casa spiazzante”, come per esempio una baracca nel deserto) in grado di bruciarli e redimerli all’insegna di un “superiore divertimento”.