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La concezione del corpo grottesco


L’abbassamento delle forme alte passa attraverso la loro rappresentazione esagerata, deformata ed iperbolica in modo da portare alla perdita dell’identità a vantaggio di quella del divenire. Da sottolineare come tutto può disporsi ad una rappresentazione grottesca attraverso l’esagerazione del reale.
Il corpo grottesco è esagerato, perde le linee che ne definiscono le forme evidenziato protuberanze e concavità. L’iperbole del corpo è la prima immagine della disarmonia tra soggetto e mondo. E’ un corpo in divenire, disarticolato ed alterato nelle sue parti e nei suoi organi, si accentuano soprattutto le funzioni biologiche e riproduttive perché evidenziano la continuità e la vita stessa; si mette in questione la dimensione integra e seria dell’uomo, dando vita propria alle sue parti scomposte. Il corpo grottesco è simulacro della vita, è un corpo di transito continuo, esposto alla forza deformante della vita e della morte. Il processo di alterazione in divenire del corpo avviene anche necessariamente nel volto, che si trasforma in maschera attraverso l’abbassamento e la caricatura del ritratto.  La maschera è intercambiabile, è un’alternativa all’identità fissa, un rifiuto di un posizione esistenziale e sociale stabilita irrevocabilmente. Si attinge all’idea di maschera che proviene dalla commedia dell’arte, nella sua disponibilità all’adattarsi a vari personaggi, a rinascere sempre. La maschera lascia emergere l’ambivalenza del grottesco che è rinascita ma anche dissimulazione, travestimento nasconde le forze malefiche e distruttive.

Tratto da IL GROTTESCO NEL CINEMA ITALIANO di Asia Marta Muci
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