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L’ECONOMIA DEL SOFTWARE


La produzione di software è caratterizzata da un elevata intensità di lavoro intellettuale. Richiede sia una componente lavoro (programmatori) sia una componente capitale (computer e strumenti di sviluppo), ma la prima risulta preponderante e fondamentale.  In genere l’85% dei costi di produzione del software è rappresentato dai salari. C’è inoltre la prevalenza di costi fissi (costi di prima copia) relativi allo sviluppo del prodotto, e costi variabili di riproducibilità del software molto bassi. La produzione di copie addizionali ha costi trascurabili. La trascurabilità dei costi marginali e la facilità nella riproducibilità del software se, da una parte, facilitano la sua diffusione e il conseguimento di economie di scala, dall’altra rendono possibile la produzione di copie non autorizzate. I ricavi del settore sono quindi fortemente condizionati dalla tutela dei diritti della produzione intellettuale. Gli effetti positivi delle economie di scala presenti nel mercato del software  sul lato della produzione e dell’offerta sono rinforzati dalle esternalità di rete (sono presenti nel momento in cui il valore di un prodotto/servizio per un consumatore cresce all’aumentare del numero complessivo degli utenti) sul lato del consumo e della domanda. Il valore di un programma software per l’utente è funzione non solo delle qualità e delle funzioni svolte ma anche della sua compatibilità e trasferibilità nello spazio e nel tempo. Il valore di un programma di software cresce all’aumentare della sua diffusione. L’utilizzo ripetuto di un programma e la trasferibilità dei comandi e delle interfacce nelle versioni successive o in altre applicazioni permette il conseguimento da parte del consumatore di economie di esperienza (permettono di capitalizzare l’investimento nell’apprendimento del software). La compatibilità tra versioni successive riduce i costi iniziali di apprendimento di un nuovo programma, d’altra parte aumentano i costi di transizione che si manifestano nel momento in cui l’utente decida di acquistare un programma diverso o non compatibile.

L’insieme congiunto di economie di scala, esternalità di rete e economie di esperienza dal lato della domanda può determinare, in riferimento a determinati programmi, l’emergere di uno standard de facto nel mercato.  Una volta raggiunta una massa critica, il vantaggio competitivo può risultare talmente elevato da creare barriere alla crescita o all’entrata difficilmente superabili dagli altri. La compatibilità verso livelli di software più bassi permette anche lo sfruttamento di economie di scopo, soprattutto per i produttori di sistemi operativi che possono sfruttare i vantaggi derivanti dall’operare in questo segmento per muoversi su segmenti a questo congiunti. L’emergere di uno standard quindi da un lato determina un risparmio ed una maggiore efficienza per i produttori di applicazioni, dall’altro può estendere il vantaggio competitivo dei produttori di sistemi operativi  sui segmenti delle applicazioni, come avvenuto nel caso di Microsoft. Il software è caratterizzato da una limitata durabilità. I programmi risentono di un’obsolescenza tecnologica spesso derivante dai progressi hardware.
Il processo delle singole componenti deve quindi procedere di pari passo ed essere coordinato.
Se da un lato l’innovazione richiede investimenti per lo sviluppo dei prodotti, dall’altro ne richiede altri per l’aggiornamento dei prodotti per renderli compatibili con le versioni precedenti. La concorrenza nel settore software è una successione temporale di competizioni.

La filiera del settore.
È strutturata in riferimento alle attività di produzione e di distribuzione del software. La produzione di software è una produzione labor intensive dove il numero di programmatori varia in base alla tipologia e alla complessità del software. Ci sono 4 fasi principali dell’attività di produzione:
a. visione iniziale del prodotto;
b. definizione delle specifiche funzionali;
c. scrittura del codice;
d. test del codice.
Le fasi di scrittura e test del codice costituiscono le fasi maggiormente sovrapposte in termini temporali. La produzione di software vede impegnati oltre ai programmatori una serie di professionalità e competenze diverse. Lo sviluppo di un programma avviene in un arco di temo variabile (dip. complessità e coordinamento). La distribuzione del software avviene in 3 forme diverse attraverso altrettanti canali:
A. produttori di computer (OEM); Forme di distribuzione con margini di
B. produttori di software (vendita diretta); redditività più elevati.
C. distributori specializzati e non specializzati.

In riferimento al prezzo i programmi software possono essere gratuiti o a pagamento. È importante non confondere tali definizioni con quelle di software free e software proprietario. Il secondo (proprietario) comprende i programmi i cui diritti appartengono solo ai produttori. Il codice d’origine non è disponibile e i programmi non possono essere modificati. Comprende il software chiuso, il software shareware e il software freeware. Il software free comprende invece i programmi caratterizzati dalla disponibilità del codice di origine e che possono essere redistribuiti e modificati liberamente. Comprende il software copylefted e il software non-copylefted.
Le modalità competitive nel settore del software si differenziano non solo in riferimento allo specifico segmento di mercato ma anche in relazione alle scelte tra le alternative strategiche di distribuzione.

Tratto da ECONOMIA DEL CINEMA E DEL MULTIMEDIA di Laura Righi
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