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Fasi del grottesco. Tradizione e carnevale in Bachtin


1) La prima fase del grottesco è definito grottesco puro; è legata alla tradizione delle feste popolari ed individua l’importanza della forza rigeneratrice; si snoda sui cardini fondamentali del ribaltamento delle gerarchie sociali e delle culture alte attraverso un abbassamento che è espressione di vita. Corrisponde alla tradizione del realismo comico, dove il riso viene affermato nel suo potere dissacrante e rigeneratore con una funzione eminentemente liberatoria. 2) E’ una fase caratterizzata dalla neutralizzazione delle spinte generative ed una cristallizzazione sulle linee negative della società. E’ un carnevale vissuto in solitudine (def. Bachtin), un grottesco da camera che perde la sua capacità ricreatrice per trasformarsi in nero e puramente cinico. La forza del grottesco si impone come puramente negativa e si avvicina alle forme del mostruoso e del raccapricciante. Il punto di svolta è il classicismo del 1600 continuato con l’illuminismo nel 700; la nuova cultura ufficiale propone la tendenza alla stabilità ed alla compitezza dei costumi, l’ambivalenza del grottesco puro non è più ammissibile. L’imagerie grottesca verrà poi ripresa nell’ottocento con il romanticismo, ad un livello individuale e tetro, da liberatorio e imprigionante. La stasi in un mondo estraneo e demoniaco. Dal romanticismo in poi il grottesco si è sempre più radicalizzato sviluppandosi in una direzione modernista nera, attenuando i legami con l’origine pure medievale.

Tratto da CORPO E MASCHERA NEL CINEMA ITALIANO di Asia Marta Muci
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