Dramma d'onore. "Divorzio all'italiana" di Germi

Il dramma d’onore Nel dittico siciliano di Pietro Germi il grottesco si innesta nel dramma d’onore deformandolo. L’onore non più inteso come tale, come riconoscimento e inviolabilità del soggetto singolo, ma come copertura imposta dalla società che mira al blocco della soggettività cementandola nella costrizione sociale. L’onore è uno scudo contro la precarietà e la dispersività dell’esistenza. DIVORZIO ALL’ITALIANA: il barone di Cefalù è devastato dal desiderio per la cugina, irraggiungibile a causa della presenza incombente della moglie e della famiglia -> matrimonio e istituzione visti come gabbia sociale. Il barone architetta dunque l’uxoricidio con la scusa del delitto d’onore, condannandosi prima la carcere, e poi alla cornificazione da parte della cugina. I personaggi sono tipicamente grotteschi: Barone-> canottiera e mutante, sempre con la sigaretta, il volto alterato da tic, forma caricaturale e bozzettistica. Maschera grottesca pronta a tutto per il raggiungimento del proprio desiderio. Moglie-> anch’essa grottesca, esageratamente brutta, troppo invadente. L’amante di lei è ancora più brutto, è sdentato e inetto. Allucinazione-> fondamentale del grottesco della commedia all’italiana; Fefè appaga il suo desiderio di possedere la cugina mentre, al sole del giorno progetta l’uxoricidio. Il codice d’onore è utilizzato per essere capovolto, è una scusa e Germi se ne serve per rappresentare l’immodificabilità e la mostruosità di un mondo dove la teatralità della vita è assegnazione immodificabile di ruoli. Il raggiungimento del desiderio è impossibile perché necessita un ribaltamento dei ruolo-> il mondo è bloccato-> la Sicilia rappresenta l’anti dinamismo per eccellenza. Tema delle corna: motivi tipici della visione carnevalesca, avvicenda vecchio e nuovo, l’amante giovane interrompe la “sterilità” di un rapporto invecchiato con la rinascita. Le corna sono punibili con il diritto d’onore perché attentano alla fissità della società.