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Le aperture metodologiche e artistiche dell'800




Il primo '800
Nell'Ottocento ci si limita ad approfondire e moltiplicare questo sforzo enciclopedico, con il dizionario di Stefano Ticozzi e il Catalogo bibliografico di Leopoldo Cicognara. L'opera del Cicognara rappresenta l'esempio dello sforzo euristico ed ermeneutico delle varie storie dell'arte che a partire da Seroux d'Agincourt  si dimostreranno più attente all'analisi del fatto stilisitico, alla distinzione e al confronto  delle forme e alle problematiche del rigore nell'esame delle fonti, pronte, inoltre, ad una corretta ambientazione e correlazione storica ed alla sintesi di periodi e ambienti, illuminati dall'esame delle forme artistiche e dei documenti nella ricostruzione di una vera e propria stroica della civiltà (pensiamo a Jacob Burckhardt).
Il secondo '800.
Così, a cavallo tra i due secoli, si giunge alle grandi aperture metodologiche fornite dalla cosiddetta Scuola di Vienna e dall'Istituto Warburg. La definizione "scuola di Vienna" non si riferisce tanto a un gruppo o a un'istituzione precisa, quanto alla sorprendente successione di personaggi che hanno contribuito in modo fondamentale allo sviluppo della storia dell'arte come disciplina scientifica. Nella metà dell'Ottocento a Vienna fu istituita una specifica cattedra universitaria per gli studi storico-artistici, area di studi che vede impegnate grandi personalità: Rudolf Eitelberger (1819-1885) fu il primo a ricoprire la cattedra universitaria di storia dell'arte. Egli spostò l'attenzione degli studi dalle singole individualità degli artefici agli oggetti concreti e alle fonti documentarie, ma il vero fondatore della scuola fu però Franz Wickoff (1853-1909) specialista di arte romana.

Tratto da STORIA E CRITICA DELL'ARTE di Gherardo Fabretti
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