Lo storicismo di Schlosser
Lo storicismo di Schlosser
Il mondo dell'arte di corte è trattato organicamente da Schlosser, trattando parallelamente arte letteraria e arte figurativa, che sono a loro volta inserite in un insieme più ampio e organico: la funzione dell'abitare, i modi di vivere, le maniere di sentire di cui esse sono proiezione e strumento. Gli ambienti, come i castelli; il loro arredo, come gli arazzi; gli utensili e le suppellettili, come le cassule eburnee e soprattutto le biblioteche, che fondono al massimo grado arte letteraria e arte figurativa tramite il rapporto dialettico che il libro ha tra illustrazione e didascalia. I prodotti artistici rivelano immagini, modi di pensare, schemi, idee, addirittura il contorno intellettuale e morale collettivo del tempo. Essi vivono nel solco del coevo pensiero artistico e la loro caratterizzazione è superindividuale, sociologica, un qualcosa di simile alla Weltanschauung di Dilthey. Schlosser individua, riguardo al periodo tra Trecento e Quattrocento, tre forme di cultura artistica, che hanno coesistito in Europa in stadi di sviluppo diversi:
- arte ecclesiastica
- arte scolastica
- arte di corte. Nell'arte di corte individua quattro filoni che variamente si intrecciano. Biblico, cavalleresco, amoroso, allegorico. Ad essi fanno da contralto i temi della storia sacra, della storia profana, della lirica e della morale. Negli ultimi due storia sacra e storia profana trovano una autentica fusione con la storia presente.
Successivi lavori.
In saggi successivi troviamo ancora più esemplificato il taglio innovatore che Schlosser diede agli studi sull'arte di corte. Citiamo qui due imporanti opere:
- Raccolte d'arte e di meraviglie del tardorinascimento (1908). Qui compie una vasta analisi del fenomeno collezionistico nel nord Europa, diviso idealmente in curiosa, naturalia e artificialia, a differenza del collezionismo mediterraneo (italiano) che si basava sulle opere d'arte e gli artisti.
- Storia dei ritratti scolpiti in cera (1911). Qui, invece, ripercorre la storia di una forma artistica particolare, il ritratto in cera, che l'estetica classicista aveva bocciato come forma d'arte, e che Schlosser recupera, riconducendola ad un filone espressivo che invece affonda le sue radici già nell'arte romana, e che continua nelle maschere funerarie del Medioevo e giunge alle forme votive rinascimentali.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia della critica d'arte
- Docente: Valter Pinto
- Titolo del libro: La critica d'arte del Novecento
- Autore del libro: Gianni Carlo Sciolla
- Editore: Utet
- Anno pubblicazione: 2006
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