L'arte di corte di Julius Von Schlosser (Vienna 1866 – 1938)
Schlosser iniziò i suoi studi con Franz Wickoff e Theodor von Sickel. Si laureò con una tesi sui chiostri del primo Medioevo nei paesi nordici, nel 1889. Il suo primo ruolo fu nella sezione monete antiche delle raccolte imperiali. Nel 1903 inizia a insegnare all'Università di Vienna e nel 1922 succede a Dvorak. Nel 1919 divenne direttore della collezione Ambras e sempre in quell'anno, fino al 1922, fu direttore delle sezioni di scultura e arti minori dell'Hofmuseum. Pur nato nell'Ottocento, Schlosser era un uomo del Settecento, fatto e finito. Gentleman con vastissimi interessi culturali, era il vessillifero di quello spirito enciclopedico che era stato proprio del secolo precedente; un enciclopedismo edonistico, sincero, fatto più di accenni che di opere organiche. Schlosser era un vero umanista e conosceva profondamente le lingue classiche, l'arte e la letteratura dell'antichità, considerate non come rami separati dell'albero della scienza, ma base solida di una vera educazione umanistica dei tempi antichi. Il lavoro museale di Schlosser rivelò da subito le sue grandi qualità. Le schede filologiche erano impeccabili e fondevano la vena letteraria che gli era propria al rigore storico e filologico proprio della scuola di Vienna.
lavori sull'arte di corte.
I saggi scritti tra gli anni Ottanta e l'inizio del Novecento sono accomunati dalla cosiddetta arte di corte. L'arte di corte, termine coniato dallo stesso Schlosser, vuole identificare quell'arte veramente internazionale che fiorì nelle corti europee tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento. Questa arte era nata dal particolare rapporto personale che all'epoca legava i sovrani agli artisti girovaghi, rapporto che aveva creato un'atmosfera comune di cultura e uno stile internazionale che aveva finito per legare sia le Corti grandi e piccole dell'Italia sia quest'ultime con le grandi corti europee, in particolare Tirolo, Boemia, Inghilterra e soprattutto Francia.
Fu in questo periodo che nacque una nuova arte, i cui soggetti, rappresentati da pittori di affreschi, alluminatori, intagliatori di avorio, tessitori di tappezzerie, erano scene di vita quotidiana cortese o ispirate al mondo dei sogni dei poemi epici e cavallereschi. In questo stesso ambiente nasceva l'arte del Petrarca e molti alluminatori illustrarono le sue opere. I primi collezionisti di arte antica fanno la loro apparizione alla corte dei Carraresi. Sono articoli che passano inosservati, soprattutto per il fatto che all'epoca delle pubblicazioni in questione, l'attenzione della storia dell'arte tedesca era rivolta, sotto l'influenza di Wollflin, a problemi formali.
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia della critica d'arte
- Docente: Valter Pinto
- Titolo del libro: La critica d'arte del Novecento
- Autore del libro: Gianni Carlo Sciolla
- Editore: Utet
- Anno pubblicazione: 2006
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