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Assoluto e Vangelo di Giovanni in Fichte



Per spiegare la sua concezione di Assoluto Fichte fa riferimento alla concezione presente nel Vangelo di Giovanni (di origini neo-platoniche) e per questo è anche detta dottrina giovannea. Tale dottrina articola il concetto di Dio gerarchicamente in tre livelli:
Dio in sé e per sé => a questo livello Dio è assolutamente in conoscibile
L’idea di Dio => ossia la manifestazione di Dio in forma di ragione assoluta. In questo caso l’uomo non conoscerà certamente Dio ma un’immagine frutto di quella ragione vicina all’uomo; è ciò che Giovanni chiama Logos, Verbo incarnato
L’immagine dell’immagine di Dio => ossia la manifestazione in forma sensibile non più di Dio ma “dell’idea” di Dio.
Il destino dell’uomo sta nella beatitudine ossia la sua unità con Dio. La ragione sente l’esigenza di un fondamento che vada al di là di sé stessa: tale fondamento è l’Assoluto con il quale l’uomo si può ricongiungere non già con un atto conoscitivo, bensì con un atto di amore.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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