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Assolutizzazione dello Stato in Fichte




Nella sua ultima opera politica La dottrina dello Stato del 1813, Fichte unisce insieme le nozioni di Stato e di nazione, che prima aveva usato distintamente: qui egli auspica che un organismo politico che funzioni non si realizzi attraverso un’istituzione che governa, ma sia il frutto della spontanea e amorosa fusione dell’individuo nella totalità; questo organismo politico da lui chiamato Reich (impero) è insieme uno Stato di ragione (perché frutto della razionalità) e uno Stato etico (perché in esso l’individuo realizza la sua morale). Lo Stato diventa allora il punto di riferimento fondamentale dell’individuo che agirà razionalmente solo se si sforzerà progressivamente di aderire alla Ragione assoluta, quel principio che sta a fondamento di tutto, sia della razionalità che dell’etica. In quest’ultima fase si vede come il pensiero politico sia intriso anche di religiosità.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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