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La finta scenica come duplicazione del vissuto


Se la finta può portare alla duplicazione del vissuto  (finta scenica), se può trovare la sua origine nel racconto verbale(finta filmica), essa può anche basarsi sul modo di rappresentazione proprio del mezzo di comunicazione stesso, nella sua enunciazione audiovisiva(finta enunciativa). Tre documenti: Zelig, The Blair Witch Project e The Alien Autopsy; c’è una differenza di formato tra di essi: mentre Zelig è un film di W. Allen che non può dunque sfuggire al suo statuto funzionale, gli altri due sono stati presentati come documenti autentici che attestano, il primo un’avventura finita male, la seconda l’esistenza di alieni. Ancora una volta la menzogna e la falsità non si trovano nelle immagini, ma nei discorsi che le accompagnano e le promuovono; nella misura in cui questi documenti pretendono di tenere un discorso vero sul mondo, essi sono dei falsi. Se si ammette che la comunicazione audiovisiva dipende d una promessa sullo statuto delle opere o dei documenti più che da un contratto, bisogna considerare l’azione dei trailer sulla loro semantizzazione; è molto comune oggi il fatto che un film di finzione, o una serie televisiva, siano presentati da un canale con modalità autenticanti, e può succedere anche che per mancanza di fonti d’archivio su questa o quell’epoca, si inseriscano in un documentario sequenze di pura finzione.
Parlando delle finte enunciative, Zelig, per il suo statuto, si differenzia profondamente dagli altri due film; considerata dal punto di vista di un telespettatore non particolarmente informato, questa affermazione non è del tutto esatta: la prima immagine del film mostra una situazione tipicamente americana, e poi ci sono delle interviste alla scrittrice Susan Sontag e allo psicanalista Bruno Bettelheim, e durante il film continuano a esserci incontri di Zelig con perdonaggi storici: tutto questo induce a guardare il film come un documentario. Questo incontro di personaggi di finzione con figure storiche reali può avvenire in modi più seri, senza un gioco esplicito sull’esistenza materiale stessa del documento, all’interno di un film la cui storia si sviluppa tutta al primo livello: è il caso di Forrest Gump, dove, trattati con lo stesso stile di tutte le altre azioni del film, gli incontri tra un essere fittizio e alcuni presidenti degli USA appaiono altrettanto verosimili degli avvenimenti di pura fantasia.

Tratto da RAPPORTO TRA REALTÀ E FINZIONE di Nicola Giuseppe Scelsi
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