"Quarto potere". Venticinquesimo anno di Kane
Molti anni vengono condensati in poche inquadrature che spostano lo spazio-tempo anche attraverso frasi che iniziano in un’inquadratura e terminano in un’altra. Tale artificio simboleggia il tempo che scorre e va avanti, ma anche la ripetitività ciclica di alcune situazioni e discussioni. Grazie all’uso massiccio delle dissolvenze viene testimoniato lo scorrere del tempo e l’arrivo inesorabile al compimento del venticinquesimo anno d’età, limite dopo il quale Kane non sarà più sotto la tutela di Thatcher. Nel confronto tra Thatcher e Kane si condensano molti degli elementi portanti di questo film. Kane, ad esempio, appare per la prima volta come quel personaggio chiaroscurale, della cui natura inafferrabile e molteplice abbiamo solo potuto intuire. Kane è doppio e ambiguo, cinico ma positivo al tempo stesso. Anche dal punto di vista estetico tale confronto denota motivi di interesse: nonostante si tratti di una sequenza di dialogo, è praticamente assente l’uso del campo-controcampo e sono inoltre assenti gli stacchi di montaggio; sono i personaggi a muoversi all’interno della stessa inquadratura e sono le diverse posizioni spaziali dei protagonisti a fare il montaggio e far proseguire la narrazione. Inizialmente la superiorità di Thatcher nei confronti di Kane è resa dal suo stare in piedi di fronte al giovane, ma nel giro di pochi secondi, all’interno della stessa inquadratura, la situazione cambierà: Kane si alzerà, mentre Thatcher si siederà e il rapporto di forza tra i due sarà ribaltato.
In tutto Quarto Potere, nel momento in cui una certezza sembra essere stata raggiunta, essa viene immediatamente confutata. La doppiezza e la complessità è evidente anche in un personaggio come Thatcher che si atteggia in maniera pomposa, ha grande considerazione di sé, si è costruito una sorta di mausoleo agiografico e viene ricordato come un grande uomo dai suoi sottoposti, ma è considerato un personaggio viscido da Kane e anche il signor Bernstein, grande amico di Kane, più tardi definirà Thatcher come un povero cretino.
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Autore:
Marco Vincenzo Valerio
[Visita la sua tesi: "La fortuna critica italiana de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli"]
- Università: Università degli Studi di Milano
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Teoria e analisi del linguaggio cinematografico
- Docente: Elena Dagrada
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