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Visconti e il concetto di 'maraviglioso teatrale'



Dopo la lunga e difficoltosa lavorazione de La terra trema, riconosciuto quasi immediatamente come un capolavoro della corrente neorealista del cinema italiano, Visconti si dedica anima e corpo al teatro. In una sorta di reazione di rigetto di fronte all’asprezza e alla povertà dei territori rappresentati nel suo film, il regista manifesta un’ansia di “maraviglioso”, un bisogno di “incantamento”, una necessità di “festa” e di “fiaba”.  Naturale quindi l’interesse che Visconti manifesta per una rappresentazione scenica dell’Orlando Furioso che avrebbe dovuto essere recitato su diversi palcoscenici di un unico luogo, all’interno del quale gli spettatori avrebbero dovuto compiere un vero e proprio itinerario. Non se ne fece nulla. Nel novembre del 1948 Visconti porta in scena Rosalinda o Come vi piace di Shakespeare, un esperimento curioso che può vantare scene e costumi creati da Salvador Dalì. Altro spettacolo fastosamente barocco e votato alla valorizzazione della spettacolarità della macchina teatrale è l’Oreste di Alfieri. Più intimisti e realisti sono lavori come Un tram che si chiama desiderio da Tennessee Williams e Morte di un commesso viaggiatore da Arthur Miller, il primo dei cinque allestimenti che Visconti dedicherà al grande commediografo americano. Quella del 1948-49 è comunque l’ultima grande stagione del primo periodo teatrale viscontiano. Per vedere poi un altro spettacolo teatrale firmato dal regista bisognerà aspettare la fine del 1952.

Tratto da LUCHINO VISCONTI di Marco Vincenzo Valerio
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