"La terra trema" di Visconti e differenze con Verga
Rispetto al romanzo originale, Visconti coglie lo spirito dell’opera pur non restando pedissequamente fedele alla trama. Nel romanzo di Verga, ad esempio, il negozio di lupini voluto da Padron ‘Ntoni turba l’ordine arcaico e rurale di Aci Trezza ed è uno strumento di emancipazione della famiglia Malavoglia. In Visconti, il negozio dei lupini viene trasformato nel consapevole tentativo classista del giovane ‘Ntoni, e di tutta la famiglia Valastro, di appropriarsi dei mezzi di produzione per sottrarsi allo sfruttamento dei mercanti. Se il tentativo dei Valastro viene sconfitto dalla malasorte (la tempesta) e dalla mancata solidarietà di classe, per cui il racconto si chiude con una sconfitta storica (‘Ntoni cade di nuovo nelle mani dei mercanti) e con l’umiliazione dell’intera famiglia, resta però lo spiraglio di una vittoria ideologica (‘Ntoni sa perché ha perso la sua battaglia) che rende edificante la storia con la s minuscola del protagonista del film e che tende a dare uno sguardo d’insieme alla Storia con la s maiuscola.
Il racconto corale verghiano è sostituito poi da una sorta di saga famigliare in cui non soltanto emergono il separato e diverso agire dei personaggi, ma anche la loro solitudine rispetto alla comunità e il loro radicale isolamento nella lotta. Pur ricorrendo continuamente a Verga per i dialoghi, per l’episodica e per l’onomastica, Visconti muta, spesso radicalmente, le valenze e il senso del testo letterario. Un esempio su tutti è quello del personaggio di ‘Ntoni, che nel romanzo diventa un perdigiorno e finisce in galera, mentre nel film è un proletario cosciente che mette in gioco sé stesso per giungere ad un riscatto sociale e di classe. La terra trema costituisce un caso esemplare di rapporto creativo tra letteratura e cinema, con una macchina da presa che non illustra cercando la fedeltà a tutti i costi rispetto al modello narrativo, ma rilegge, ricrea e rielabora poeticamente la realtà ripresa attraverso il proprio obbiettivo. Nel film è poi presente la doppia anima viscontiana: da una parte, il cuore con la sconfitta, la distruzione, la disperazione e l’impossibilità della rivoluzione; dall’altra, la ragione con la fermezza della lotta, la dignità del lavoro, la volontà di giustizia e la necessità del cambiamento.
Nella compresenza di opposti, coesistono anche due registri linguistici: da un lato, l’italiano, lingua altra, estranea al mondo dei poveri e rappresentato solo dalla scritte murali o dei documenti; dall’altro, il siciliano che è la lingua della quotidianità. L’italiano è la lingua degli sfruttatori e degli spettatori, il siciliano appartiene agli sfruttati e ai rappresentati.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Vincenzo Valerio
[Visita la sua tesi: "La fortuna critica italiana de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli"]
- Università: Università degli Studi di Milano
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Filmologia
- Titolo del libro: Luchino Visconti
- Autore del libro: Lino Miccichè
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