Classicità nel cinema di Visconti
Nonostante la relativa modernità (almeno da Ossessione a Rocco) del cinema viscontiano, il regista si mantiene sempre a uno standard che è del tutto compatibile con il cinema classico. La sua macchina da presa ha una dinamica estremamente mobile e sovente molto complessa, senza per altro mai sfociare nel virtuosismo o nello sperimentalismo formal/narrativo.
Anche in un film di grande eleganza linguistica come Senso la sostanza espressiva del filmico si mantiene decisamente all’interno di un alfabeto formale e di un codice narratologico classici sia nel senso del cinema classico che nel senso di quella forma del narrare precinematografico che è il melodramma. In questa luce Visconti è, forse con De Sica, il meno moderno, essendo appunto, al tempo stesso, forse il più classico fra i registi emersi nelle stagioni della modernità neorealista.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Vincenzo Valerio
[Visita la sua tesi: "La fortuna critica italiana de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli"]
- Università: Università degli Studi di Milano
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Filmologia
- Titolo del libro: Luchino Visconti
- Autore del libro: Lino Miccichè
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