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Il De Clementia e Il De Beneficiis (Seneca)


Altre due opere trattano i rapporti tra filosofia e potere e seguono bene le evoluzioni della vita politica di Seneca da precettore di Nerone alla sua caduta in disgrazia. 

Il De Clementia è un vero e proprio manifesto politico composto da Seneca tra il 55 e il 56, circa un anno dopo la salita al trono di Nerone. Seneca, fedele al suo stoicismo, afferma che l’ordine cosmico è governato dal logos e la forma monarchica (che ormai aveva messo radici a Roma) era la più ideale a favorire questo processo. Il problema da affrontare è quello dell’esercizio corretto del potere da parte del sovrano. In un regime monarchico (privo quindi di forme di controllo) è la coscienza a indirizzare al meglio l’imperatore e a evitare che egli eserciti il potere in maniera tirannica. La sua virtù più alta è la clemenza che non coincide con la licenza o con la misericordia gratuita bensì con un complessivo atteggiamento di filantropica benevolenza. Con essa e non con l’esercizio tirannico del potere l’imperatore si guadagnerà il favore dei sudditi e quindi una sicura stabilità politica.  Ma è ovvio che l’imperatore non nasce con la scienza infusa. Deve esserci un personaggio che gli insegni a padroneggiare l’arte della clemenza: il filosofo. Seneca legittima così la sua posizione di educatore e perfezionatore della coscienza del sovrano: la filosofia è l’ispiratrice e la garante di una corretta gestione dello stato. Seneca auspicava un governo dove imperatore e senato collaborassero pacificamente e dove egli stesso avrebbe rivestito un ruolo fondamentale in quanto educatore del sovrano e possessore della saggezza filosofica, fondamentale per la corretta gestione dello Stato (notare il richiamo a Platone).

24.7 Il De Beneficiis.


Il progetto elaborato da Seneca non durò a lungo. Nel 59 Nerone degenera pesantemente e l’influenza del filosofo va man mano diminuendo. Seneca allenta i legami con lo Stato e accentua progressivamente l’impegno ad agire sulla coscienza dei singoli: il saggio non avendo più ruoli politici si pone al servizio dell’umanità. 
Questa opera si pone come proposta alternativa al fallimento del precedente progetto. Alla monarchia illuminata che dall’alto istruisce i suoi cittadini si sostituisce il rapporto di reciproca beneficenza tra i singoli, i doveri di gratitudine che lo regolano e le conseguenze morali che colpiscono gli ingrati ( chiara allusione al comportamento del suo ex discepolo Nerone). Una società illuminata è realizzata solo sul piano della moralità individuale di ogni singolo uomo e dai rapporti di filantropia e liberalità che va instaurando col suo prossimo.

Tratto da LINGUA E LETTERATURA LATINA di Gherardo Fabretti
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