Von Stroheim, Murnau e Flaherty. Cinema di realtà
Tra i registi che credono alla realtà il montaggio, Bazin fa i nomi di Erich Von Stroheim, F.W Murnau e Robert Flaherty. Il montaggio nei loro film non ha altro ruolo che quello di eliminare una realtà troppo abbondante.
Flaherty: Quello che conta per Flaherty di fronte a Nanook che caccia la foca è il rapporto tra Nanook e l’animale, l’ampiezza reale dell’attesa. Il montaggio potrebbe suggerire il tempo ma Flaherty si limita a mostrarci l’attesa; la durata della caccia è la sostanza stessa dell’immagine, il suo vero oggetto. Nel film questo episodio non comporta dunque che una sola inquadratura.
Murnau: Piuttosto che al tempo, Murnau, si interessa alla realtà dello spazio drammatico; sia in "Nosferatu" che in "Sunrise" il montaggio non assume un ruolo decisivo. La composizione dell’immagine in Murnau non è per nulla pittorica, non aggiunge niente alla realtà, non la deforma, ma si sforza invece di trarne delle strutture profonde, di far apparire dei rapporti preesistenti che divengono costitutivi del dramma.
"Sunrise" (1927): Per amore della Donna di città, l'Uomo medita di uccidere sua moglie, annegandola (la vediamo all’inizio teneramente col bambino). Ma è proprio nella grande città, descritta come una specie di luna park secondo il punto di vista ingenuo della coppia, che i due si riconciliano. L'uomo, tuttavia, rischia di perdere la moglie una seconda volta durante un furioso temporale scoppiato sulla via del ritorno verso casa, ma tutto si placherà all'arrivo dell'alba pacificatrice. Long take: l'uomo che cammina per raggiungere l'amante. Per un momento sembra una soggettiva. Sequenze alternate durante il long-take: vediamo i due amanti e parallelamente la moglie a casa col bambino.
Von Stroheim: Si oppone all’espressionismo e al montaggio. Il principio della sua regia è semplice: guardare il mondo abbastanza da vicino e con sufficiente insistenza affinché esso finisca col rivelare la sua crudeltà e la sua bruttezza.
"Greed" (1924): California, inizio del secolo: la vittoria di cinque mila dollari a una lotteria avvelena il matrimonio tra il dentista senza laurea e Trina, e suscita l'invidia di Marcus, l'ex-fidanzato della donna. Trina, che ha concepito una passione morbosa per il gruzzolo, e preferisce vivere in miseria pur di non intralciarlo, verrà uccisa dal marito, che a sua volta morirà di sete nella Death Valley, ammanettato al cadavere di Marcus.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Vincenzo Valerio
[Visita la sua tesi: "La fortuna critica italiana de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli"]
- Università: Università degli Studi di Milano
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Teoria e analisi del linguaggio cinematografico
- Docente: Elena Dagrada
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