Bazin tra immagine e realtà
Impossibile una distinzione tra estetica cinematografica del periodo muto e del periodo sonoro. Certi valori del muto, infatti, permangono nel passaggio dalle due dimensioni di rappresentazione cinematografica. Prendendo in analisi il periodo storico che va dal 1920 al 1940 Bazin distingue due tipologie di registi: registi che credono all’immagine e registi che credono alla realtà.
Per immagine Bazin intende tutto ciò che alla cosa rappresentata può aggiungere la sua rappresentazione sullo schermo, come la plasticità (cinema tedesco, scenografia, trucco, illuminazione, angolazione, recitazione) e il montaggio (cinema russo). Si tratta di creare un senso che le immagini da sole non hanno, facendo del cinema un’arte. Il montaggio può essere: invisibile, alternato (Griffith), accelerato ("La roue di Gance"), delle attrazioni (Ejzestein).
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Vincenzo Valerio
[Visita la sua tesi: "La fortuna critica italiana de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli"]
- Università: Università degli Studi di Milano
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Teoria e analisi del linguaggio cinematografico
- Docente: Elena Dagrada
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