Appunti sul volume dedicato a chi vuole approcciarsi al mondo della musica, scoprendo la struttura di un linguaggio affascinante e articolato. Le note, le scale, il ritmo, la teoria del solfeggio... Gli elementi della grammatica musicale vengono qui analizzati nelle loro caratteristiche principali.
La grammatica della musica
di Silvia Lozza
Appunti sul volume dedicato a chi vuole approcciarsi al mondo della musica,
scoprendo la struttura di un linguaggio affascinante e articolato. Le note, le
scale, il ritmo, la teoria del solfeggio... Gli elementi della grammatica musicale
vengono qui analizzati nelle loro caratteristiche principali.
Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
Facoltà: Lettere e Filosofia
Titolo del libro: La grammatica della musica
Autore del libro: Otto Karolyi
Editore: Einaudi
Anno pubblicazione: 20001. Il suono
Prodotto dal moto (vibrazione) originato da un corpo vibrante che provoca onde di compressione-
rarefazione che giungono al nostro orecchio attraverso l’aria (anche acqua e legno)
Velocità del suono: 335 metri al secondo. Cambia a seconda delle condizioni atmosferiche.
Vibrazione regolare = suono. Vibrazione irregolare = rumore
Altezza del suono (frequenza): maggiore è la frequenza, più alto è il suono e vice versa.
Minimo percepito dall’orecchio umano : 16-20 vibrazioni al minuto. Massimo : 20000-25000.
Intenstità: ampiezza della vibrazione
Timbro: definisce la differenza di colore musicale tra una nota suonata da strumenti o cantata da voci
differenti. Il colore di una nota ci permette di distinguere fra vari strumenti che suonano la stessa melodia.
Armonici: frequenze che sono presenti contemporaneamente a quella fondamentale, caratteristica di una
nota. Gli armonici hanno intensità minore di quella della nota fondamentale, quindi non sono distintamente
udibili. La diversa intensità degli armonici determina il timbro di uno strumento.
Altezza convenzionale : 440 vibrazioni al secondo (HZ)
Risonanza: quando due sorgenti di vibrazioni sono in condizione di vibrazione con egual periodo e una è
messa in vibrazione, quella non sollecitata riceverà le vibrazioni simpatetiche dell’altra.
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La grammatica della musica 2. La notazione musicale
Necessità di trovare un sistema simbolico per definire altezza, durata e ritmo di una melodia.
Origini : simboli abbreviati usati per la recitazione orale greca (notazione ecfonetica)
V-VII sec. D.C. : neumi. Non definiscono l’altezza dei suoni ma danno un’idea approssimativa della
melodia.
IX sec D. C. : appare per la prima volta il rigo
Una sola linea orizzontale, più tardi aggiunta di una colorata
3,4 righe (nel regulae de ignotu cantu) --> tetragramma, usato nel canto gregoriano.
Rigo : linea orizzontale o insieme di righe che si usa per definire l’altezza di una nota.
XIII sec. --> grande sviluppo melodia/armonia/ritmica
1290-1361 : Philippe de Vitry scrive Ars Nova --> spiega i principi della nuova arte nella sua opposizione
all’arte vecchia (Ars Antiqua). Ars nova sistema notazionale simile al nostro.
Notazione dell’altezza: Do – Si (7 note)
Nota :
Suono musicale singolo
Simbolo scritto di un suono musicale
Tasto di uno strumento
Ottava: intervallo di otto note. Il rapporto delle frequenze di un’ottava è 1:2. Il pianoforte è generalmente
diviso in 7 ottave : Contra, Grande, Piccola, Una linea, Due linee etc… (Do, Do1, Do3, Do4, Do5,Do6)
Intervallo: distanza (in ordine di altezza) tra due note (si contano sia la prima che l’ultima)
Rigo musicale: metodo per stabilire l’altezza delle note. Musica moderna/contemporanea --> pentagramma,
al quale si aggiungono linee supplementari per aumentare la portata del pentagramma.
Chiavi: punto di riferimento sul rigo
Nella scrittura musicale l’asta della nota va verso l’alto dal terzo rigo in giù, verso il basso dal terzo rigo in
su.
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La grammatica della musica 3. Prolungamento della durata della nota
Punto: aumento della nota del valore pari alla sua metà
Pause : silenzi.
Doppio punto: il secondo punto vale la metà del valore del primo punto
Legatura (di valore): lega due note della stessa altezza
Corona (o punto coronato): la nota viene prolungata per il doppio della durata normale oppure secondo il
gusto dell’esecutore
Ritmo: pulsazione/battito che può essere binario o ternario, o in combinazione. L’unità metrica compresa tra
due battiti successivi accentati si chiama battuta. Le battute sono separate da stanghette. La fine di un pezzo
musicale si indica con una doppia stanghetta.
Misura a due/tre/quattro tempi: Unità di misura della battuta, si scrive dopo la chiave ed eventuali
alterazioni, tra la 3° e la 5° riga.
Due tempi: 2/4 , alternanza di battito forte e battito debole. Indicato anche con il simbolo
Tre tempi: 3/4 , alternanza di un battito forte e due battiti deboli
Quattro tempi: : 4/4 , un battito forte e tre deboli, indicato anche con il simbolo , residuo del simbolo per la
misura perfetta.
Se la battuta d’apertura di un pezzo è incompleta, l’ultima battuta dovrà supplire il valore di durata
mancante in modo da completare simmetricamente il tutto.
Misure composte e irregolari: se il numeratore di una frazione indicante una misura semplice viene
moltiplicato per tre si ottiene una misura composta ( 6/4 , 6/8 , 6/16 , 12/4 , 12/8 , 12/16)
Irregolari : i battiti (numeratore) sono 5 o 7.
Sincope: spostamento del normale accento principale
Accentuazione dei battiti deboli
Uso di pause al posto di battiti forti
Uso di legature
Cambio improvviso di misura del tempo.
Raggruppamenti irregolari di note : duina, terzina, quartina, quintina, sestina.
Ornamenti : aggiunti alle note a scopo decorativo.
Tempo: indica l’umore di una composizione. Serve per comprendere tutte le variazioni di velocità.
Dall’epoca di Beethoven si da anche l’indicazione metronometrica.
Indicazioni dinamiche: il volume in musica è importante come le note. Quanto più forte è la sollecitazione
impressa al corpo vibrante tanto più è forte il suono e viceversa.
Segni dinamici: ppp, pp, p, mp, mf, f, ff, fff..
Il passaggio graduale da un grado dinamico ad un altro è indicato con le forcelle.
Altri segni dinamici:
Sforzando, sfz, sf, Staccato, Staccatissimo,Tenuto, Legato
Toni e semitoni: il semitono è l’intervallo più piccolo.
Bemolle: abbassa la nota di un semitono; Doppio Bemolle: Abbassa di un tono la nota.
Diesis: alza la nota di un semitono;
Doppio Diesis: Abbassa di un tono la nota.
Bequadro: annulla l’alterazione per quella nota.
Silvia Lozza Sezione Appunti
La grammatica della musica