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Anselmo d'Aosta. Dio e principio di non contraddizione



Anselmo parte proprio dall’impostazione di Damiani e trae delle conseguenze che lo portano oltre questa impostazione stessa. Intanto egli non ha paura di utilizzare la dialettica anche per temi scottanti come quello del rapporto tra volontà e necessità in Dio. Egli anzi sostiene che solo in questo modo è possibile fare chiarezza e avvicinarsi all’essenza di Dio. Per di più, così come Damiani, Anselmo accetta, anzi fonda, il suo discorso sul principio di non contraddizione, ma non ha difficoltà nell’affermare, a differenza di Damiani, che anche Dio non ne è estraneo; e sostiene altresì  che tale principio non limiti Dio, il quale è quindi in grado di andare oltre ad esso. Quindi la differenza tra i due teologi a proposito del rapporto tra libertà e necessità di Dio, non riguarda né aspetti tecnici della dialettica, né i contenuti fondamentali della dottrina sull’onnipotenza del creatore, ma l’interpretazione di quest’ultima, l’idea di ragione e del suo oggetto che i due teologi hanno.

Tratto da LA DOTTRINA DEI TEOLOGI di Carlo Cilia
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