Saggio su Genova nella letteratura: Corso "Comunicazione e territorio" - docente Paola Bonora. Nel saggio viene analizzato il modo in cui la città di Genova viene rappresentata nei romanzi:
La regina disadorna di Maurizio Maggiani ( Feltrinelli, 1998)
Un destino ridicolo di Fabrizio De André – Alessandro Gennari (Einaudi, 1996)
Genova nella letteratura
di Isabella Baricchi
Saggio su Genova nella letteratura: Corso "Comunicazione e territorio" -
docente Paola Bonora. Nel saggio viene analizzato il modo in cui la città di
Genova viene rappresentata nei romanzi:
La regina disadorna di Maurizio Maggiani ( Feltrinelli, 1998)
Un destino ridicolo di Fabrizio De André – Alessandro Gennari (Einaudi, 1996)
Università: Università degli Studi di Bologna
Facoltà: Lettere e Filosofia
Corso: Teorie della Comunicazione
Esame: Comunicazione e territorio
Docente: Paola Bonora1. Genova degli scrittori: dagli inizi del secolo ai rampanti anni
Ottanta…
Non è cosa facile trovare libri o film ambientati a Genova, se si esclude un filone abbastanza recente e
legato alla giallistica di autori locali. Questo è un dato per lo meno singolare, soprattutto se si pensa ai
tantissimi spunti che una città di porto, per definizione multiforme dal punto di vista paesaggistico e sociale,
potrebbe offrire alla penna dello scrittore.
Nella quindi non vasta gamma dei romanzi a disposizione, la mia scelta è ricaduta su tre grandi narratori di
storie a cui sono molto legata: Maurizio Maggiani (La Regina disadorna), perché nelle sue parole sento che
è come me un po’ genovese e un po’ toscano, Antonio Tabucchi (Il filo dell’orizzonte), che mi ha fatto
conoscere Lisbona molto prima di visitarla, e Fabrizio De André (con A. Gennari: Un destino ridicolo), che
come ogni genovese sento mio in maniera profonda e privilegiata.
Si tratta di tre scrittori che conoscono Genova molto bene: la città natale di De André, protagonista di tante
sue canzoni, è quella adottiva di Maggiani; Tabucchi, prima di scrivere Il filo dell’orizzonte, vi ha trascorso
circa un anno. Scrivono quindi tutti con cognizione di causa, di qualcosa (la città, la gente, gli odori, i
rumori, i cibi, i venti) che hanno esperito sulla propria pelle prima di trasferire a noi con lo strumento
magico della parola.
La rappresentazione che i tre autori danno della città ha certamente dei punti in comune, ma anche delle
profonde differenze. Innanzitutto si parla di periodi temporali distinti: in Maggiani si va dalla Genova
dell’inizio del Novecento alla fine degli anni Quaranta (poi, sul finale, una breve descrizione dei
cambiamenti del porto alla fine degli anni Cinquanta); De André-Gennari parlano della città degli anni
Sessanta, Tabucchi ambienta il suo romanzo negli anni Ottanta. Questa diversa ambientazione storica
influenza notevolmente la rappresentazione dei luoghi fisici e sociali: ad esempio, sono certamente diversi i
mestieri descritti, differenti i luoghi di ritrovo, il tessuto sociale (ad. es. la rappresentazione degli abitanti dei
vicoli), il rapporto centro-periferia (negli anni Ottanta Genova ha già subito la selvaggia cementificazione
delle colline). Possiamo però trovare tratti comuni, che sembrano vincere sul tempo: la centralità del porto
nelle attività cittadine, come nodo commerciale e punto di approdo di varia umanità, la stravaganza del
centro storico, con i suoi vicoli stretti e bui e i suoi commerci più o meno leciti, la città “di salite e di
discese”, dove spira costantemente il vento (o si ferma nell’immobilità della macaia), l’orgoglio del dialetto
(utilizzato da tutti e tre gli autori, per bocca dei protagonisti o nella voce narrante), il mare sullo sfondo.
Una riflessione interessante sarà quella sul rapporto di causalità tra la città e i fatti narrati: queste storie
potrebbero avere un’altra ambientazione sensata? Oppure i destini dei protagonisti sono influenzati
dall’anima della città? Vedremo come nei tre romanzi la risposta (ovviamente nella mia personale
interpretazione) avrà sfumature diverse.
Isabella Baricchi Sezione Appunti
Genova nella letteratura 2. L'autore de "La regina disadorna"
Maurizio Maggiani, giornalista e scrittore nato a Castelnuovo Magra (SP) ma da anni trapiantato a Genova.
Autore anche di Il coraggio del pettirosso (1995, Premio Campiello), Il viaggiatore notturno (2005, Premio
Strega), Meccanica Celeste (2010). Con La regina disadorna ha vinto il Premio Strega nel 1999.
Isabella Baricchi Sezione Appunti
Genova nella letteratura 3. La trama de "La regina disadorna"
La storia d’amore impossibile tra il giovane missionario genovese Giacomo (entrato in seminario non per
convinzione ma per sfuggire alle persecuzioni naziste) e Lucy, regina bambina di un’isola della Polinesia, dà
l’occasione all’autore di ambientare tutta la prima parte del romanzo nella sua amata Genova. E’ a Genova
infatti che nei primi anni del Novecento emigrerà dalla Sardegna la famiglia di Sascia (madre di Giacomo e
protagonista di tutta la prima parte del romanzo), è qui che, negli anni Venti, lei si innamora di Paride, il più
affascinante tra i carbuné (gli scaricatori di carbone del porto), è qui che nasce e vive Giacomo fino a
quando, all’inizio degli anni Cinquanta, partirà per il Pacifico. E a Genova il giovane missionario torna alla
fine di quel decennio, con la sua giovane sposa: appena approdato, troverà la morte proprio nel porto.
L’autore ci offre lo spaccato di mezzo secolo della Genova del porto e del commercio, una città dalle tante
opportunità, dove l’iniziativa sembra permettere a chiunque abbia intelligenza pratica e una morale
abbastanza elastica (anche alla giovanissima Sascia rimasta presto sola al mondo) di guadagnare grazie
all’arte dell’arrangiarsi (con il contrabbando, la contraffazione, la prostituzione) e di trovare un proprio
posto nel mondo.
Isabella Baricchi Sezione Appunti
Genova nella letteratura