Anassagora e intelletto cosmico
Rimane il problema di come fosse stata possibile la transizione dalla totalità originaria alla pluralità di mondi dato che questa transizione richiede un movimento: introduce il concetto di intelletto cosmico ossia il nous, come agente dell’impulso originario di questo movimento: dal vortice che si crea si produce una separazione e differenziazione progressiva, che dà luogo alla formazione delle singole cose. Non è chiaro come mai chiamasse questo principio “intelletto”: esso a differenza dei semi, non è mescolato con nessuna cosa: esso non è cmq necessariamente identificato con la divinità: anche se egli lo chiama “principio” non gli attribuisce la funzione di progettualità che tende verso il meglio. E’ questa la lacuna che gli verrà rimproverata da Platone e Aristotele.
L’intelligenza umana non è dotata della stessa potenza di quella cosmica: il sapere umano è acquisito gradualmente e la sequenza si articola in esperienza, memoria, sapienza e tecnica. La sensazione avviene per contrari (avverto il caldo attraverso il freddo), dalla sensazione e osservazione ripetuta si giunge all’esperienza, conservata successivamente attraverso la memoria: in questo modo è possibile costruire un sapere. E’ indicativo che alla fine del processo indichi la tecnica concepita come esclusiva dell’uomo: da qui forse deriva l’attribuzione da parte di Aristotele ad Anassagora della concezione che ammette la superiorità dell’uomo sugli altri animali, non dotati di intelligenza.
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Dettagli appunto:
- Autore: Carlo Cilia
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Filosofia antica
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