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Il passaggio dal manoscritto alla stampa




All'inizio il libro a stampa non sostituisce il manoscritto, ma lo affianca. Alla fine del Quattrocento troviamo ancora manoscritti copiati da testi a stampa, questi ultimi sdegnosamente non considerati. I libri pubblicati entro il 1500 vengono chiamati incunaboli. Dal punto di vista dell'editore filologo bisogna tenere presenti due cose: che se si ha a che fare con manoscritti e stampe di una stessa opera, non è detto che le stampe siano meno importanti del manoscritto solo perchè di solito sono più recenti. Le prime stampe (le editiones principes) riproducono spesso manoscritti antichi che non si sono conservati. E in generale la priorità cronologica non è di per sé un criterio preferenziale e spesso manoscritti e stampe un'opera più o meno bene in modo indipendente dalla loro antichità (= recentiores non deteriores!).
Possono esserci anche versioni diverse della medesima edizione, per rotture del telaio, correzioni successive, cancellature fraudolente di frontespizi e dediche per vendere residui di magazzino spacciati per novità. In quest'ultimo caso non si parla di edizione ma di emissione della medesima edizione.
Bisogna distinguere anche ciò che era stato cancellato da ciò che è stato inserito al suo posto, magari con una fotocopia trasparente di un esemplare sovrapposta. Tutto questo studio si chiama filologia dei testi a stampa.

Tratto da FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA di Gherardo Fabretti
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