La pretesa della posizione del fondamento
La tesi del fondamento nella forma «niente è senza fondamento» non equivale, quindi, a «niente è senza perché»: la pretesa della fornitura del fondamento, infatti, viene dal fondamento stesso che si rivolge al soggetto rappresentante (l’uomo) in grado di portare davanti a sé il fondamento in quanto tale, e non dal soggetto rappresentante poiché nel ricercare il fondamento di ciò che gli sta di fronte risponde non a una sua personale iniziativa, ma alla pretesa proveniente dal fondamento. Il riferimento alla forma leibniziana della tesi del fondamento ci ha confermato più volte questo aspetto.
Per comprendere in che modo il fondamento possa avanzare questa pretesa bisogna sapere con sufficiente chiarezza in che cosa consiste l’essenza del fondamento. L’unico modo per scoprirlo è interrogare la tesi del fondamento. Ma la strada che abbiamo intrapreso finora ci conduce alla sconcertante verità cui abbiamo accennato all’inizio di questo paragrafo: «la tesi del fondamento non asserisce nulla sul fondamento». Nihil est sine ratione è in forma affermativa omne ens habet rationem. Ratio è il predicato di omne ens, non è il soggetto della tesi intorno al quale si asserisce qualcosa. La tesi del fondamento sembra parlare solo dell’ente. La via indiretta ci ha condotto a un vicolo cieco e la nebbia che avvolge il principio di ragione diviene sempre più fitta.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Carmine Ferrara
[Visita la sua tesi: "Il problema del male e del nulla nel ''De casu diaboli'' di Anselmo d'Aosta"]
- Università: Università degli Studi di Salerno
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Filosofia
- Esame: Filosofia teoretica
- Docente: Francesco Tomatis
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