Articolo 5: Dio opera secondo il principio del massimo rendimente e della minima spesa
Dio, dunque, fa tutto per il meglio e nulla può nuocere a chi lo ama. Ma conoscere in particolare le ragioni che lo hanno spinto a scegliere un determinato ordine per l’universo, supera le forze di uno spirito finito. Tuttavia si può fare qualche ipotesi intorno alla condotta della provvidenza divina nel governo delle cose: «si può dire che chi agisce perfettamente è simile a un eccellente geometra, che sa trovare il modo migliore per costruire un problema; o a un buon architetto che si serve del terreno e del capitale destinato all’edificio nel modo più vantaggioso, senza lasciare nulla che urti, o che sia privo di tutta la bellezza di cui è capace; o a un buon padre di famiglia che impieghi i suoi beni in modo che non vi sia nulla di improduttivo o di sterile; o a un abile meccanico che raggiunge il suo scopo con il mezzo più semplice che si possa trovare; e, ancora, a un autore sapiente, che racchiuda la massima quantità di realtà nel minor volume possibile». La semplicità delle vie in Dio concerne i mezzi; mentre la varietà, ricchezza e abbondanza concernono i fini o gli effetti. La condotta divina si ispira, dunque, al principio economico del massimo e del minimo: massimo rendimento, con minima spesa, ovvero portare ad esistenza la maggior parte di realtà con i mezzi più semplici.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Carmine Ferrara
[Visita la sua tesi: "Il problema del male e del nulla nel ''De casu diaboli'' di Anselmo d'Aosta"]
- Università: Università degli Studi di Salerno
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Filosofia
- Esame: Storia della filosofia
- Docente: Gabriele Perrotti
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